sabato 29 settembre 2007

Ringo Starr: Lend Me Your Comb Cassette Sampler (Very Rare)

titolo: **
copertina: *
contenuto: *****
"Between the "Ringo" and "Goodnight Vienna" recording sessions Ringo Starr crancked up an album filled with warm - ups and oldies. Solid rock and roll tracks stuffed with the same nostalgic allure you feel in John Lennon "Rock And Roll" lp. Scheduled for realising in 1975, the collection was lately deleted in favour of the Lennon - Spector album. A 150 cassettes stock survived in a carboard box, sold at auction in 1978: here's a sampler (note the "not for sale" warning). A very very rare item indeed, and very funny."
(from the book "The Albums You'll Never Listen To", by Rev. Fred A. Durkin, Miskatonic Press, DE, 1989)

tracklist:
• Love me Tender
• Lend Me Your Comb
• Doo Doo Ron Ron
• Everybody's Talking At Me
• Lay Lady Lay
• Rock 'N' Roll Diamond
• Save The Last Dance For Me
• Trying, Waiting, Hoping
• Matchbox
• Thats' Amore
• Love & Marriage
• Blue Planet

giovedì 27 settembre 2007

Alberi


Alberi © Giovanni Caviezel, 1981
Polaroid colorata a mano e tagliata.
La foto, scattata in via San Vittore 16, Milano, mostra gli alberi del giardino interno. Un giardino che in autunno diventava bellissimo e lugubre, senza scampo, simile a ai giardini della Guastalla, anch'essi siti in Milano.

mercoledì 26 settembre 2007

skarabokki


La mania di scarabocchiare nasce al tempo delle elementari, quando ero ancora perfettemente mancino. Non sempre mi rendevo conto di quello che scarabocchiavo, e non sempre gli scarabocchi si rendevano conto di essere tali: cercavo, pretenziosamente, di farli diventare atti compiuti di potenziali opere d'arte. È rimasta, questa compulsione, quello che avrebbe dovuto essere in origine: una semplice, pervia terapia manuale.

domenica 23 settembre 2007

Ringo Knorr - Coming Soon!

titolo: *
copertina: ****
contenuto: *****

tracklist

• Act Naturally (Help!)
• Don't Pass Me By (The Beatles)
• Yellow Submarine (Revolver)
• Matchbox (Past Masters, Volume 1)
• Octopus' Garden (Abbey Road)
• I Wanna Be Your Man (With The Beatles)
• What Goes On (Rubber Soul)
• Honey Don't (Beatles For Sale)
• With A Little Help From My Friends (Sgt. Pepper)
• If You Got Troubles (Anthology, Volume 2)
• Boys (Please Please Me)
• Good Night (The Beatles)

sabato 22 settembre 2007

l'occhio di Cartier, per Arimondi.


Rmpiango l'occhio puro di Cartier-Bresson. C'è stato un periodo nel quale, maniacalmente, verificavo le misure della sezione aurea nelle sue istantanee.
Eccone una, di queste verifiche, tratta dal mio ossessivo archivio, allora rigorosamente cartaceo (e scritto a macchina).
La dedico all'alchimista Arimondi.

smontare

Adoro smontare le foto pubblicitarie, decostruirle sbucciandole fuori dal loro contesto merceologico. Mi piace tagliare via quasi tutto ed estrarre il nocciolo. Questa signora l'ho incontrata di notte, sotto una pensilina dell'autobus vicino alla chiesa di Santa Maria Delle Grazie.

giovedì 20 settembre 2007

come va?


come va? © 2007 Giovanni Caviezel/Maria Romey
immagine pubblicitaria rielaborata e colorata a mano

sketch estivo


quel che resta dell'estate: un guizzo sulla carta, uno sfarfallio rosso sul fondo blu di un mare acrilico.

colapesce © 2007 giovanni caviezel

mercoledì 19 settembre 2007

IL LEONE NON RUGGISCE PIU'

da "il Foglio", 19/09/2007

Bastard Inside Line, questa sì che è roba forte, senza la mediazione della politica e dei media ufficiali, come va di moda dire adesso. Molto meglio dei “V-day” organizzati al circolino Internet, i flash-mob dell’antipolitica alla genovese. Sulla Bastard Inside Line ci trovi (trovavi) e ci puoi dire (potevi) veramente di tutto, molto di più delle fanfaluche sui jeans che inquinano l’universo. Ci puoi (potevi) sentire insulti gagliardi (“abbiamo veramente dei ministri di merda”), critica sociale senza filtro (“a Vibo Valentia mi hanno ingessato una gamba, poi a Milano mi hanno detto che manco era rotta, medici di merda”). E allora, se proprio si vuole aprire il gas del populismo, se proprio deve brontolare la pancia dell’Italia vera, invece dei moralismi di Beppe Grillo, già pronto a passare all’incasso delle liste civiche, e a tradire Travaglio (“non penso che Grillo sia tanto stupido da entrare in politica”) per una moina di Di Pietro, se proprio deve parlare il paese reale, allora molto meglio “Lo Zoo di 105”, meglio Leone di Lernia. Lo “Zoo di 105” lo sanno tutti cos’è (o bisogna dire cos’era?). E’ un programma di Radio 105, il network milanese del gruppo Finelco partecipato da Rcs, condotto da Leone di Lernia, l’incontrastato re del trash alla barese, con altri dj di sicura presa nazional-giovanil-popolare come Marco Mazzoli e Fabio Alisei. Da anni, lo “Zoo” è soprattutto la trasmissione di maggior successo della radio italiana nella cruciale fascia pomeridiana (sabato ha vinto la Radiogrolla a Saint Vincent come miglior programma), e in passato si è guadagnata pure gli elogi di Aldo Grasso: “lo Zoo di 105 è l’Alto gradimento di oggi”. Ma è soprattutto la bocca spalancata di una fetta d’Italia che orecchia più politica di quanto non sembri (“c’hai la faccia da Authority”), ma con parametri incontrollabili dalla politica e con l’esagerazione del bar, per cui Mastella volava addirittura con “l’Air Force One italiano… un Boeing”. Con le canzoni di Leone di Lernia (“tanta gente incazzata arrabbiata/ non sa cosa far”), con un palmarés di querele invidiabile (la prima fu per una parodia di uno spot dell’Iveco), con le ascoltatrici che in diretta simulano l’orgasmo che si alternano a indignati “dobbiamo salvare questo paese”. Roba più ruspante di Beppe Grillo, lo stesso tasso di elaborazione politica di Beppe Grillo, ma senza il birignao del blog, senza la scusa della cosa seria, senza il progetto della lista civica. E soprattutto con un patrimonio di ascolti nell’ordine di milioni alla settimana, quelli sì da far paura alla politica.

“L’unica voce dalla parte della gente”
Ora lo “Zoo” chiude. La “soppressione”, secondo gli autori che venerdì scorso hanno condotto l’ultima puntata in diretta da Miami si deve al fatto che la politica non gradisce: “Dà fastidio, ci sono una serie di persone molto in alto”. Ufficiosamente, più che alla politica darebbe fastidio per la troppa volgarità. Ma siccome il complottismo dilaga, ci sono anche legioni di ascoltatori sicuri che siano manovre invidiose del dj Linus, o addirittura di Fiorello. In realtà, le morti e resurrezioni dello “Zoo” sono state parecchie. Nato nel 1999, nel 2000 era già stato sospeso per eccesso di volgarità e subito riammesso nell’etere per eccesso di dati d’ascolto. Inoltre, l’emittente non conferma, si parla solo di una pausa “per pensare al da farsi”. Del resto, la burla della censura sarebbe un perfetto scherzaccio, e già sperimentato, da “ragazzi dello Zoo”.
Il punto ovviamente non è questo. E’ che l’annuncio è stato sufficiente a scatenare gli ascoltatori, con inviti a “ritrovarsi tutti davanti alla sede della radio”, contro i “tentativi di censura perché i conduttori dicono la verità”. C’è gente che chiama in diretta per dire “siete l’unica voce che sta dalla parte di noi povera gente”. Acciderba! E’ pur vero che, dopo averlo sentito un’attimo sulla Bastard Inside Line, verrebbe voglia di chiudergli la bocca, al paese reale: ma questa sì che sarebbe una cosa di sinistra, da puro snobismo della bella politica. Ma, se questo davvero è il momento di far parlare la gente, invece di leggere il blog di Grillo, era meglio ascoltare lo “Zoo” di Leone di Lernia.

martedì 11 settembre 2007

Costa, l'aragosta

Da "Dagospia"
Valeria Braghieri per "Libero"
Le aragoste si stanno estinguendo e gli spettatori disposti a vedere un film di Sabina Guzzanti di certo non si riproducono. Al primo fine settimana di programmazione nelle sale (in 100 sale italiane), il film della comica (chiamiamola ancora così, poi ci verrà in mente qualcosa d'altro) ha incassato 98.705 euro. A Venezia, la settimana scorsa, era stato, manco a dirlo, osannato dalla critica. Ma evidentemente tutti i consensi disponibili galleggiavano in laguna durante la mostra del Cinema. La pellicola "Le ragioni dell'aragosta", è utile ricordarlo, ha ricevuto un finanziamento pubblico di oltre 700mila euro. Il che significa, considerando il numero di persone che si è trascinato in sala per seguire la proiezione dell'opera, che a noi contribuenti è costata più del crostaceo a rischio.