martedì 21 dicembre 2010

ALDISSIMO SULLO SPOT HORRIBILIS DELLA ARCURI

Lo spot super kitsch della Arcuri capolavoro di promozione libraria

Un piccolo diamante di coatteria, così brutto da sfiorare il sublime
Quello che frettolosamente la Rete ha sanzionato come il più brutto spot dell'anno rischia di diventare un oggetto di culto, la più straordinaria parodia della promozione libraria in tv. Altro che i libri sponsorizzati con pretenziosità da Fabio Fazio o da Corrado Augias o da Serena Dandini! Qui ci troviamo di fronte a un piccolo diamante di coatteria, così brutto da sfiorare il sublime. Per uno di quei paradossi che spesso striano il mondo della comunicazione, lo «scarto» culturale si eleva a canone, esattamente come quando Andy Warhol sosteneva che «la cosa più bella di Firenze è McDonald».

Da alcuni giorni, sulle reti Rai va in onda uno spot in cui Manuela Arcuri promuove l'ultimo libro di Alfonso Luigi Marra, Il labirinto femminile. Da tempo Marra usa una sorta di pubblicità «selvaggia» per lanciare le sue fatiche letterarie (pare che La storia di Giovanni e Margherita sia fonte unica di comicità involontaria), ma qui si è superato. L'attrice, senza mai battere ciglio, svegliata da un sonno catatonico dallo squillo di un cellulare, racconta la trama del libro e ne consiglia la lettura soprattutto perché è «un'opera per liberare la coppia e la società dallo strategismo sentimentale che le tormenta e ha enormemente rallentato il cammino della civiltà». E alla fine, proprio come i «promotori culturali» più affermati, ne consiglia l'acquisto.
Ci troviamo di fronte a un capolavoro assoluto e impossibile di bellezza e inespressività, un esempio involontario di kitsch, di camp e di trash, un brutto non intenzionale ma che poggia sul candore con cui è stato messo in opera l'artificio (sta poi alla malizia di ognuno capovolgerlo nel suo opposto). Per questo Marra (avvocato calabrese con la passione per la scrittura, già parlamentare europeo, eletto con Forza Italia nel 1994) ha deciso di intervenire in difesa del suo spot: «A coloro che, in questa cultura degli orifizi e delle strullate, si sperticano a definire lo spot di Arcuri il più brutto possibile, si può solo rispondere che la gelosia è il più umano dei sentimenti». Il cammino della nostra civiltà passa anche per «la cultura degli orifizi».

domenica 19 dicembre 2010

ALDISSIMO!

Aldo Grasso per il Corriere della Sera
© photo Giovanni Caviezel 4 Dollswhip
Le cose che non capisco. Non capisco come Paolo Bonolis, quello di «Ciao Darwin» e di «Chi ha incastrato Peter Pan?» , possa andare in un'università a dire che certa tv ha contribuito a corrompere il nostro Paese. Lui dov'era? Ma, ancora di più, non capisco come il pubblico degli studenti- un incontro promosso da Sinistra universitaria alla Statale di Milano- scenda in piazza a protestare contro la Gelmini e, intanto, si beva gli alibi di Bonolis.
Non capisco come il nostro Paese possa avere un futuro, dopo aver assistito alle performance radiofoniche dell'onorevole Domenico Scilipoti («Un giorno da pecora» ) e a quelle televisive del ministro Ignazio La Russa e dell'onorevole Antonio Di Pietro («Annozero» ). Uno dice: ma è spettacolo! Sì, ma poi basta un po' di neve per spezzare la penisola in due. È spettacolo anche quello.
Non capisco come Gad Lerner, dopo averci propinato noiosissime trasmissioni sul corpo delle donne e contro il velinismo di «Striscia» , possa prendersela con Caterina Soffici (una brava giornalista culturale) per aver scritto: «Sono entrata in un negozio perché avevo bisogno di una chiavetta. Dietro al commesso ho visto Belén sdraiata che mi ammiccava e ho deciso di uscire e comprare la chiavetta dalla concorrenza» .Non capisco come Gerry Scotti, dopo aver accettato (immagino non per beneficenza) di condurre tre o quattro programmi, di dirigere una radio, di fare il testimonial per più ditte, possa lamentarsi di essere sfruttato da Mediaset. Ha persino confessato di essere ricorso alle vie legali per mettere un freno a questa sovraesposizione. Naturalmente la confessione è avvenuta durante la presentazione alla stampa di un suo nuovo programma, «Paperissima» .

 Non capisco come Benedetta Parodi («Cotto e mangiato » ) possa aver scritto un libro. Non mi sorprende però che sia il primo nelle classifiche dei libri più venduti. Di cosa ci lamentiamo, in Italia?