giovedì 27 gennaio 2011

PRIMA O POI SAREBBE SUCCESSO

Si chiama Mary Lu Zahalan Kennedy ed è la prima persona al mondo ad essersi laureata con una specializzazione in "Beatlesologia". La neodottoressa, cinquantreenne cantante, attrice ed ex finalista al concorso di Miss Canada, ha concluso per prima il master in "Beatles, Popolar music e Society" proposto dalla Hope University di Liverpool. Al corso hanno preso parte altri undici studenti

lunedì 24 gennaio 2011

SPERIMENTARE LA TV? IN ITALIA È IMPOSSIBILE

In onda il disastro dei «numeri zero»

l’ultima decapitazione è avvenuta la scorsa settimana, con «Perfetti innamorati» di Raiuno

A FIL DI RETE
In onda il disastro dei «numeri zero»
l’ultima decapitazione è avvenuta la scorsa settimana, con «Perfetti innamorati» di Raiuno
I «piloti» sono in coma, ma i «classici» non stanno tanto bene. A giudicare dai dati, la «stagione dei numeri zero», ovvero dei programmi d’intrattenimento inediti «sperimentati» fuori dal «periodo di garanzia », ha dato esiti pressoché disastrosi. Non s’è salvato praticamente nulla: l’ultima decapitazione è avvenuta la scorsa settimana, con «Perfetti innamorati» di Raiuno, che ha fatto scivolare la rete all’11% di share (per un ascolto medio di 2.927.000 spettatori).
Barbara d'Urso con Aldo Busi (archivio Corriere)
Barbara d'Urso con Aldo Busi (archivio Corriere)
Ma non hanno fatto molto meglio Milly Carlucci di «24mila voci»,
col 15,2% di share (2.807.000 spettatori in due puntate), o «Il pubblico da casa», super-flop da 9,5% di share (2.342.000 spettatori). Ha avuto i suoi problemi anche Canale 5, con «Stasera che sera» di Barbara d’Urso (12,2% di share, 2.343.000 spettatori) e con «Let’s dance» (12,6% di share, 3 milioni di spettatori). Raidue ha sperimentato «Solo per amore» di Monica Setta, che non è andato oltre 7% di share (1.777.000 spettatori). Sono esempi che mostrano l’accezione tutta italiana del termine «sperimentare »: se in altri Paesi (come gli Usa) a sperimentare s’intercetta un pubblico raffinato e attento alle novità, qui la «sperimentazione» finisce col raccogliere l’audience più residuale, quella che non si sposta dal teleschermo nemmeno con le cannonate (basti analizzare i target di «Perfetti innamorati », ultra65enni con bassi livelli d’istruzione). Se anche i classici, come «Amici», sono in difficoltà, bisogna tirare due somme: primo, il pubblico, sempre più smaliziato, s’annoia sulla generalista e si sposta sui «nuovi» canali (premiati Rai4, Iris, Real Time, i canali cinema di Sky); secondo, una grande crisi di idee e creatività pare investire il Paese, a cominciare dal modo in cui pensa di distrarsi. In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.
Aldo Grasso

mercoledì 19 gennaio 2011

NÈ CON SERGIO NÈ CON RUBY

Barbara Palombelli per "Il Foglio"
illustrazione © Giovanni Caviezel
Né con Sergio, né con Ruby. E' stato un finesettimana da incubo. Il meglio della sinistra italiana e dell'informazione molla la classe operaia al suo destino (via dalle scenografie classiche, via dagli editoriali, via dalla tv, via da tutto, la fiction Marchionne contro tutti è già stata abbastanza in cartellone), si farà quel che dice l'azienda. Tutti in riga, davanti ad un marchio automobilistico che nessuno più sogna (conosco pochissimi giornalisti e politici che comprano Fiat, purtroppo), ma il cui potere editoriale- inserzionistico-pubblicitario non prevede il dissenso.  Gli uomini e le donne di Mirafiori, protagonisti di uno scontro leale e corretto come pochi, hanno portato con loro l'orgoglio di chi lavora per difendere un'identità e una dignità. E dobbiamo inchinarci, dovremmo continuare a raccontare il dopo referendum. Ma non c'è tempo, non c'è voglia, non ci sono più i microfoni fuori dai cancelli. La testa del corteo politico-mediatico l'ha conquistata Ruby Rubacuori, spazzando via temi noiosi come il logoramento della vita senza pause alla catena di montaggio, e non c'è malizia nel doppio-senso.
Scrivono, e dobbiamo stropicciarci gli occhi, che la ragazzina marocchina innocente e minorenne sarebbe stata molestata, palpeggiata, forse qualcosa di più. Attenzione: per la sua integrità, per la difesa di una adolescente sfuggita ai genitori, ai servizi sociali, una che rubacchia alle amiche, una che forse sta crescendo ricattando e usando il suo corpo come arma, si utilizzeranno le leggi più severe che l'ordinamento preveda.
Leggi che sono state rinforzate dopo anni di inchieste, dibattiti e battaglie oneste. Leggi che sono a difesa di minori veri, di bambini a cui nessuno crede, di minorenni sbattute sul marciapiede da sfruttatori e schiavisti senza scrupoli. La pedofilia è un reato orribile: si fonda sulla buona fede, sull'innocenza, sulla debolezza della vittima. Il molestatore, in genere, è un parente stretto, un educatore, un amico che gira per casa. Uno che si approfitta della ingenua fiducia di chi non ha ancora conosciuto il mondo, la vita, la durezza e il sospetto.
Frequento da tre decenni le case famiglia e i tribunali dei minori, il volontariato e i centri psichiatrici legati all'infanzia violata. Scenderei in piazza a difesa della severità verso chi distrugge l'immaginario e la fantasia dei nostri figli, entrai nel 1983 nel Consiglio Superiore per i problemi dei minori, nominata da Oscar Luigi Scalfaro e continuo a seguire associazioni ed enti pubblici. Mai ho visto un caso simile a quello di cui l'Italia sta parlando. Fin dalla sua prima apparizione, la ormai maggiorenne Ruby assomigliava più ad una maggiorata già un pochino appassita che a Cappuccetto Rosso. Se la sua foto fosse stata mostrata a cento giornalisti, nessuno avrebbe indovinato i suoi anni.
Certo, all'epoca dei fatti mancavano delle settimane alla maggiore età, che non sempre è soltanto un requisito anagrafico. Fa un po' effetto, tuttavia, immaginare che quelle leggi vengano dribblate nei casi tragici della cronaca e diventino l'escamotage che la sinistra attendeva per battere un avversario politico durissimo. Il garantismo assoluto richiede la serena attesa delle testimonianze, lo svolgersi dell'indagine, certamente corretta - i nomi dei pm, il meglio della magistratura italiana, sono una garanzia - la definizione degli eventuali reati.
Lasciatemi però coltivare dei dubbi sull'innocenza violata della protagonista, che sarebbe il punto di partenza su cui è partita l' inchiesta milanese. E lasciatemi sognare una sinistra che prende la dignità del lavoro come un grande tema, da Mirafiori ai precari, dall'Alitalia alla Rai ai call center, dagli immigrati massacrati agli studenti senza futuro e vince su Berlusconi e il Pdl riconquistando per tutti noi delle migliori condizioni di vita, con meno squilibri e meno ingiustizie. Se invece dobbiamo difendere due "vittime" come Marchionne e Ruby , non mi appassiono più di tanto.