sabato 19 dicembre 2009

LENNON IS BACK


L LENNON “RITROVATO” (NEL '68) – SPUNTANO 6 ORE DI UN’INTERVISTA A JOHN CHE RIBATTE FURIOSO A UNA RIVISTA RADICALE USA CHE AVEVA ACCUSATO I BEATLES DI ESSERSI "VENDUTI AL POTERE" – “Il sistema fa schifo, è vero. Ma abbatterlo non serve a niente. Meglio sovvertirlo dall’interno. SE LO ABBATTI, CHI ANDRÀ AL POTERE?” – “SE NON SCENDI A COMPROMESSI TI SCHIACCIANO” - “DEVO ANCORA INCONTRARE QUALCUNO CHE NON LO HA FATTO ED È RIMASTO VIVO”…

Da "La Stampa"

Sei ore di botta e risposta serrati, a gambe incrociate su pesanti tappeti di lana indiani. È l'intervista «perduta» a John Lennon fatta nel dicembre del 1968 da due studenti ventenni della Keele University dopo che la rivista radicale di Tariq Ali, Black Dwarf, aveva accusato i Beatles di essersi «venduti» all'establishment.

Parole dure che Lennon respinge al mittente: «Il sistema fa schifo, è vero. Ma abbatterlo non serve a niente. Meglio sovvertirlo dall'interno». C'è di tutto in quest'intervista scritta da Maurice Hindle, professore della Open University, «scovata» dalla rivista progressista britannica New Statesman. La musica, il rapporto coi soldi, l'infanzia triste nei sobborghi di Liverpool ma soprattutto il sogno di un mondo diverso.

«Il punto è cambiare la mentalità della gente - dice Lennon -. Non serve a niente buttare giù un paio di maledetti Tory. Voglio dire, se abbatti il sistema, chi andrà al potere? Quelli che hanno menato di più le mani, come in Russia. Saranno loro a comandare. Tutto passa attraverso la testa delle persone».

Niente rivoluzione armata, dunque. «Il mio punto di vista è quello che sono. Tutto quello che dico nelle mie canzoni e quello che faccio. Ok, noi, i Beatles, ci siamo fatti i capelli a caschetto per arrivare dove siamo. Ma è quel che succede quando a scuola ti mettono in un angolo: o scendi a compromessi o ti schiacciano del tutto. Se posso preferisco evitare di essere crocifisso. Ma devo ancora incontrare qualcuno che non è sceso a compromessi ed è rimasto vivo».

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