© Giovanni Caviezel, domestica, 2000
Rosaria Sardo.
Polisemia e cooperazione comunicativa nel linguaggio lomografico di G. Caviezel.
1.1. Lomografia processi percettivi e cognitivi.
Rispetto a un medium “caldo” (1) e saturo d’informazione, come la fotografia tradizionale, la lomografia, con i quattro fotogrammi organizzati in un rettangolo frazionato, presenta interessanti particolarità. Diceva Mc Luhan (1964) 1995: «È caldo il medium che estende un unico senso fino a un’ «alta definizione»: fino allo stato, cioè, in cui si è abbondantemente colmi di dati. Dal punto di vista visivo, una fotografia è un fattore di «alta definizione», mentre un cartoon comporta una «bassa definizione» in quanto contiene una quantità limitata di informazioni visive (…) i media caldi non lasciano molto spazio che il pubblico debba colmare o completare: comportano perciò una limitata partecipazione mentre i media freddi implicano un alto grado di partecipazione o di completamento da parte del pubblico (2)» . In questo senso la lomografia è un medium più “freddo” della fotografia in quanto richiede un notevole sforzo da parte del fruitore per integrare le informazioni disseminate nei fotogrammi.
Da un punto di vista percettivo, fin dall’inizio chi guarda per la prima volta una lomografia si sente chiamato a integrare l’informazione ottica che proviene dai quattro fotogrammi facendo leva su una serie di presupposizioni (3) .
Dopo uno sguardo d’insieme, si tenderà a seguire l’ordine percettivo legato al sistema della scrittura, ovvero da sinistra in alto, a destra in alto, a sinistra in basso, a destra in basso. Tuttavia, un successivo sguardo d’insieme coglierà incongruenze in quel tipo di lettura: il fotogramma in alto a sinistra apparirà legato cronologicamente a quello in basso a sinistra e quest’ultimo a quello in alto a destra e poi in basso a destra.
Note
(1) Nel celebre saggio del 1964 Understanding Media, tradotto in Italia nel 1967, col titolo Gli strumenti del comunicare: Mass media e società moderna, Mc Luhan si preoccupò di operare una distinzione fra i vari media, intesi come estensione del sé, in base al grado di coinvolgimento del destinatario piuttosto che in base alle caratteristiche “tecniche” del mezzo. Secondo il sociologo canadese, più alto è il tasso di informatività di un medium, minore è il coinvolgimento interpretativo del destinatario e più caldo può essere definito il medium stesso.
(2) Mc Luhan (1964) 1995 (p. 31).
(3) Per presupposizione intendiamo in questo caso quel tipo di inferenza pragmatica legata strettamente a fattori contestuali e quindi soggetta a forte variabilità. Sul problema del rapporto tra inferenze pragmatiche, presupposizioni e conoscenze “enciclopediche” dell’emittente e del destinatario di qualsiasi tipo di messaggio si può utilmente consultare Levinson 1993, Pragmatica, Bologna, Il Mulino, capp. 3 e 4.
(1-continua)
Mi piacerebbe discutere sulla possibilità di narrazione di brevi storie con le lomo. Frammenti di realtà e racconto per immagini...
RispondiEliminaCara Selma, benvenuta! Presto pubblicherò delle lomo molto "narrative" a commento del bel saggio di Rosaria Sardo. Ne parleremo insieme.
RispondiEliminaG_C