martedì 22 gennaio 2008

da "Il Messaggero"

Roma, rimozioni auto mirate: quattro indagati

Un carro gru porta al deposito un'auto rimossa (Foto Toiati)di Davide Desario
ROMA (22 gennaio) - «Rimuovete tante macchine nuove o costose. Basta scassoni». E' l’input per la polizia municipale di Roma. Ad impartirlo sono alcuni uomini chiave del Clt, il Consorzio Laziale Traffico che dal 2005, dopo un iter tortuoso, gestisce per il Comune di Roma tutto il sistema rimozioni. Il motivo è semplice: moltiplicare incassi e guadagni. E' quanto emerge da un'inchiesta della Procura della Repubblica di Roma. Per ora gli indagati sono quattro: Luca Pucci, Stefano De Angelis e altri due dipendenti del Clt. Il primo, con la sua azienda, è uno dei soci del Clt. Il secondo, ufficialmente è un geometra dell'assessorato ai lavori pubblici del Comune di Roma ma, secondo le indagini, è il deus ex machina di un'altra azienda che fa parte del consorzio. L’ipotesi di reato è abuso d’atti d’ufficio in concorso tra loro: con la complicità di alcuni vigili urbani che ancora devono essere identificati, avrebbero organizzato un sistema diabolico per accrescere i profitti sulla pelle di Roma e dei romani.

Dai gioielli al tesori - L'inchiesta della Procura parte da lontano. Dal 3 maggio del 2006 per la precisione. Quella mattina, infatti, alle 9,45 un carroattrezzi di quelli utilizzati per rimozioni viene utilizzato per una spettacolare rapina alla gioielleria Bulgari in via Condotti. Il colpo non va a segno. Ma scattano le indagini della polizia per cercare i responsabili che, infatti, dopo poco vengono individuati e arrestati. I tre avevano rubato il carroattrezzi al Consorzio Laziale Traffico pochi mesi prima: il 26 marzo del 2006 dal deposito in via Tiratelli nella zona di Torrevecchia (di proprietà della società di Pucci) e poi, dopo averlo modificato, lo hanno usato per tentare di sfondare le vetrine blindate della gioielleria. Il pubblico ministero Carlo Lasperanza non si ferma. Vuole fare chiarezza sul furto del carroattrezzi. Ma più cerca di fare luce e più scopre situazioni tutt'altro che chiare. Ma soprattutto scopre un business di milioni di euro.

Quel consorzio dalle uova d'oro - Il Clt è il consorzio di aziende che dal 2005 gestisce il sistema delle rimozioni dei veicoli a Roma. Prima se ne occupava la Sta (l'agenzia della mobilità del Comune) la quale, però, si serviva sempre dei depositi auto del Clt. Una gestione che ha portato il Campidoglio ad accumulare milioni di euro di debiti da pagare ai titolari dei depositi per il loro utilizzo. Nel 2004 viene organizzata una gara d'appalto. La vince proprio il Clt che dispone di quattro grandi depositi in altrettanti quadranti della città. Il presidente è Ezio Di Salvo. Le società sono una decina ma fanno riferimento, di fatto, a solo tre persone: Luca Pucci, Lorenzo Gracchiolo e Stefano De Angelis. L'accordo con il Campidoglio, in sintesi, è semplice: il Comune, tramite i vigili, assicura un incasso biennale minimo presunto di 3,6 milioni di euro ovvero 1,8 milioni ogni anno. E per essere sicuri l'allora comandante del corpo della polizia municipale, Aldo Zanetti, inserisce le rimozioni tra gli obiettivi dei comandanti locali per ottenere il premio di produzione di fine anno. E qualche comandante fa di più. Come quello alla guida del XVIII gruppo che già a fine gennaio 2005 arriva a ordinare alla squadra addetta al servizio rimozioni uno standard minimo di quattro rimozioni per turno. E infatti da quel momento il numero delle rimozioni nella Capitale si impenna. Nel 2004 ne erano state fatte 50.499, nel 2005 diventano 60.932 (+20%) e nel 2006 raggiungono la quota record di 70.000 (+38% rispetto al 2004). E se si considera che mediamente per ogni rimozione il proprietario del veicolo, oltre alla multa, deve pagare 75 euro (più 8 euro al giorno per i giorni di permanenza nel deposito) e che non tutti riescono a riprenderlo il giorno stesso, il conto è bello e fatto. Un giro d'affari di mezzo milione di euro al mese. Nel 2006, secondo i bilanci forniti alla Camera di Commercio di Roma, il Clt ha fatturato 6,7 milioni di euro. Altro che 1,8 l’anno.

Depositi abusivi - Il pm Lasperanza delega la polizia di fare accertamenti sullo stato e la sicurezza dei depositi delle auto rimosse che sono gestiti dal Clt. E ne saltano fuori delle belle. Per accogliere il mare di auto portate via dalle strade di Roma, infatti, alcuni depositi del Clt si sono abusivamente allargati, occupando dei terreni adiacenti senza alcuna autorizzazione e soprattutto norma di sicurezza. In quei terreni, a quanto risulta dai sopralluoghi degli investigatori, vengono sistemate le auto di "lunga giacenza".
Ovvero tutti quei veicoli, vecchi, arrugginiti, ammaccati, che nessuno è mai andato a ritirare perché il loro valore è ormai inferiore al costo del deposito. Scattano sequestri e sigilli e anche un primo procedimento penale nei confronti dei titolari da parte dell'Arpa Lazio (agenzia regionale protezione ambiente).
E così, oltre a quello giudiziario, per i soci del Clt si presenta un problema non da poco: quello dello spazio dove sistemare le auto rimosse dalle strade.

Rimozioni mirate - Con la chiusura dei depositi abusivi il Clt rischia al collasso. Così si studia la situazione e vengono prese le contromisure. I depositi, non possono più permettersi di occupare spazio da macchine vecchie che nessuno va a ritirare, che spesso sono intestate a persone povere che le ritirano dopo troppi giorni o addirittura rinunciano perché non sono in grado di pagare la somma. Bisogna cercare di ottimizzare tempi e spazi. Come? Semplice, facendo rimuovere auto nuove o costose i cui proprietari corrono a riprendersele: Suv, berline di lusso (tipo Mercedes, Bmw e Audi), ma anche le macchine più piccole utilizzate dai giovani come le Smart, Mini e Mercedes classe A (che tra l'altro occupano anche meno spazio). Così magari un posto nello stesso giorno viene occupato (e quindi pagato) da più macchine. Per farlo, però, serve "l'aiuto" dei vigili urbani e dei cosiddetti vigilini (Operatori Comunali della Mobilità). Così si invita, non sempre con le buone, la polizia municipale ad attenersi alla linea: dirigenti, funzionari e agenti compiacenti fanno il resto. E il gioco è fatto. Almeno fino a quando non entra in scena la procura. Scattano le prime perquisizioni e pedinamenti. Vengono ascoltati per primi l'ex comandante del corpo della polizia municipale Zanetti, il suo vice Romano Celli, e il presidente del Clt Ezio Di Salvo. Poi il sequestro di documenti presso il comando generale di via della Consolazione (l'ultima visita qualche giorno fa). Arrivano le prime testimonianze e altre prove.

Attenti a quei due - Per ora sul registro degli indagati sono finiti due degli uomini chiave del Clt. Luca Pucci e Stefano De Angelis.
Il primo, 51 anni, è uno dei soci del Clt nonché fratello di Maurizio Pucci, uno dei manager più conosciuti della pubblica amministrazione: attualmente è il direttore della protezione civile del Lazio ma negli ultimi anni è stato anche direttore operativo dell'Ama, amministratore delegato di Musica per Roma.
Stefano De Angelis, 52 anni appena compiuti, ufficialmente è un geometra dell'assessorato ai lavori pubblici del Comune di Roma ma, secondo gli inquirenti, è il vero deus ex machina del Clt.
Per entrambi l'accusa del pm Lasperanza è semplice quanto pesante: nel periodo compreso tra ottobre del 2006 e settembre del 2007, "in concorso tra loro e con pubblici ufficiali allo stato ignoti, si accordavano per effettuare una serie di rimozioni di autoveicoli in sosta di intralcio finalizzate a massimizzare i profitti della loro società, con scelta delle autovetture più convenienti da rimuovere, così da rendere il servizio pubblico strumentale al loro guadagno, anziché al raggiungimento delle finalità pubbliche per il quale era stato previsto". Ma l'inchiesta è solo all'inizio.

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