- TECNOLOGIA & SCIENZA
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Consente la pubblicazione di un'opera intera. Musiche o immagini
"a bassa risoluzione o degradate". Ma solo su siti senza scopo di lucro
Copyright su internet, quel comma
che ha fatto infuriare la blogosfera
Folena spiega: "E' un equivoco. E' il primo spazio online libero
dalle pastoie del vecchio diritto d'autore". E qualcuno ci ripensa
di ALESSANDRO LONGO
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Si sa che il primo comma, già esistente, dell'articolo 70 della legge sul diritto d'autore permette solo di citare parti di un'opera coperta da diritto d'autore, allo scopo di commento. È un articolo molto stringente, che si adatta alla realtà della carta stampata; ma, come ha spiegato Pietro Folena, presidente della Commissione Cultura alla Camera (che ha elaborato la modifica), è obsoleto ai tempi di internet, alla luce cioè delle esigenze di fare divulgazione e cultura da parte di enciclopedie libere come Wikipedia e dei blog. Il nuovo comma aggiunge quindi un ulteriore possibilità: la pubblicazione dell'intera opera, purché si tratti di musiche o immagini "a bassa risoluzione o degradate" e lo scopo sia "per uso didattico o scientifico", comunque senza lucro.
Da qui sono scoppiate polemiche, capeggiate dall'ormai onnipresente Beppe Grillo, tramite il proprio blog e si sono moltiplicate sui forum e blog; critici anche alcuni esperti di diritto in internet, come Manlio Cammarata. Tutti contro la clausola che impone una pubblicazione in qualità degradata: secondo loro, questo significa limitare le possibilità di pubblicazione online. Insomma, proprio l'opposto rispetto ai fini del nuovo comma, come si è affrettato a spiegare Folena, in una nota in cui lo commenta.
Secondo Folena c'è stato quindi un equivoco, perché per immagini e musica di qualità degradata si intende semplicemente "una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un'immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa (quindi praticamente tutte le immagini del web)", spiega Folena.
"Abbiamo voluto questo comma- aggiunge- per creare un primo spazio libero online dalle pastoie del vecchio diritto d'autore. L'abbiamo fatto tenendo conto delle migliaia di professori che hanno ricevuto multe e ingiunzioni, dalla Siae, per avere pubblicato operare a scopo didattico sui propri siti. Grazie a questo nuovo comma, potranno farlo senza rischiare più niente". Secondo il nuovo comma, spetterà poi a un decreto (futuro) del Ministro per i beni e le attività culturali stabilire in particolare secondo quali criteri si definisce degradata un'opera.
Le polemiche, dopo questo chiarimento, di fatto si stanno già sgonfiando. Daniele Minotti, avvocato tra i massimi esperti di diritto e nuove tecnologie, riconosce sul proprio blog che Folena ha ragione, e che "un passo avanti, ancorché nel compromesso, c'è. Penso sia fuori discussione e scusate la presunzione", scrive.
Il lavoro da fare, sul fronte della divulgazione della cultura in internet, è tuttavia ancora molto. Su internet impazzano da mesi le polemiche contro il decreto Urbani (voluto dal precedente governo e ancora in vigore), che tra le altre cose impedisce ai siti di pubblicare immagini di opere presenti in musei italiani. Wikipedia è stata quindi costretta a rimuoverle dal proprio sito. A riguardo, contro questo stato di cose, c'è stata a ottobre un'interrogazione parlamentare dell'ulivista Franco Grillini, al ministro dei Beni Culturali. "Nel 2008 modificheremo anche questo problema: stiamo per avviare l'iter", annuncia Folena a Repubblica.it.
(11 gennaio 2008)
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