lunedì 23 giugno 2008

il mistero Orlandi

da "dagospia"
ORLANDI FU PRELEVATA SU ORDINE DI MONSIGNOR MARCINKUS, BOSS DELLO IOR
"MARCINKUS RIPULIVA ALL’ESTERO I SOLDI DEI SEQUESTRI BANDA DELLA MAGLIANA"
PARLA LA DONNA DI DE PEDIS: “L’HANNO RAPITA PER DARE UN MESSAGGIO A QUALCUNO"




1 - LA TESTIMONE: CONSEGNAI EMANUELA ORLANDI A UN SACERDOTE, ERA INTONTITA…
(Agi) - Emanuela Orlandi sarebbe stata consegnata a un sacerdote. E' un'altra circostanza riferita al procuratore aggiunto Italo Ormanni e ai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto da Sabrina Minardi, ex amante del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis (detto 'Renatino'). In quegli anni la donna era sposata con il "bomber" della Lazio Bruno Giordano. Sarebbe stata proprio lei, sei-sette mesi prima dell'episodio di Torvaianica (in cui la donna racconta che assistette all’occultamento del corpo della Orlandi), ad accompagnare in Bmw la ragazza dal bar del Gianicolo fino al benzinaio del Vaticano. La giovane, a dire della testimone, "non era assolutamente lucida", era "intontita".

Emanuela Orlandi
Foto da Il Corriere della Sera

"Io arrivai li' al bar Gianicolo con una macchina – racconta -. Poi Renato, il signor De Pedis, con cui in quel tempo avevo una relazione, mi disse di prendere un'altra macchina, che era una Bmw e di accompagnare…Cioe' arrivo' questa ragazza, una ragazzina, arrivo' questa ragazza e se l'accompagnavo fino a sotto, dove sta il benzinaio del Vaticano, che ci sarebbe stata una macchina targata 'Citta' del Vaticano' che stava aspettando questa ragazza. Io l'accompagnai: cosi' feci. Durante il tragitto…non so quanto tempo era passato dal sequestro di Emanuela Orlandi…la identificai come Emanuela Orlandi

Era frastornata, era confusa 'sta ragazza. Si sentiva che non stava bene: piangeva, rideva. Anche se il tragitto e' stato breve, mi sembra che parlava di un certo Paolo, non so se fosse il fratello. Va be', comunque, io quando l'accompagnai c'era un signore con tutte le sembianze di essere un sacerdote, c'aveva il vestito lungo e il cappello con le falde larghe. Scese dalla Mercedes nera, io feci scendere la ragazza: 'Buonasera, lei aspettava me?'. 'Si'. Si', credo proprio di si''. Guardo' la ragazza, prese la ragazza e sali' in macchina sua. Poi, io, dopo che avevo realizzato chi era, dissi, quando tornai su, a Renato: 'A' Rena', ma quella non era…'. Ha detto: 'Tu, se l'hai riconosciuta e' meglio che non la riconosci, fatti gli affari tuoi'".

"Di li' a pochi giorni - continua la donna - tentarono di rapire mia figlia. Chiamai immediatamente Renato e mi disse: 'Ma se tu ti sei scordata quello che hai visto non succedera' niente a tua figlia'. In effetti, fino ad oggi devo dire che non le e' successo niente. Pero', e' la prima volta che io dico questo…Ho un po' di timore, perche' e' vero che Renato e' morto, ma ci sono altre persone…", di cui la donna cita i nomi e su cui sono in corso accertamenti. La testimone prosegue nel suo racconto. Dissi a Renato: 'in mezzo a che impicci m'hai messo'. E lui: 'Nessun impiccio'.

Anche perche' la ragazza arrivo' li' con una signora, con una Renault 5. Mi sembra che fosse la governante della signora Daniela Mobili; faceva le pulizie, si occupava della casa. Successivamente, la signora Daniela aveva acquistato una casa li'…Insomma, io sapevo che questa ragazza era stata tenuta li''. I magistrati ritornano sull'appuntamento al Gianicolo per avere piu' dettagli su chi avesse accompagnato Emanuela che la donna aveva riconosciuto ricordandosi del volto che appariva sui diversi manifesti affissi a Roma. "E' scesa dalla macchina con la signora Teresina, questa signora di Ostia, questa governante della Sciattella - precisa la teste.

Il manifesto di Emanuela Orlandi appena scomparsa

Ho visto un atteggiamento molto affettuoso da parte della signora, pero', nei confronti della ragazza: 'vieni piccola, vieni bella'. 'Va in macchina con la signora che ti riaccompagna in un posto. Poi io ti riaspetto qui, ritorni qui'. Ma ripeto, la ragazza era frastornatissima…intontita… mi nominava questo Paolo, mi sembra, che volesse andare da questo Paolo: 'Ma tu adesso mi porti da Paolo?'…Stava seduta dietro in macchina…La strada dalle mille curve da' pochi spazi…io come potevo la guardavo. Avevo visto che le avevano tagliato i capelli in maniera oscena, aveva un taglio tutto paro. Si vedeva che era stata fatta una cosa casereccia…Io le ho detto: 'Ma come ti chiami?' 'Emanuela', mi disse. Ripeto, non era assolutamente lucida. Cosciente, pero' non era lucida. Parlava male, trascinava le parole".

E ancora sui ruoli rivestiti quel giorno: "La Bmw la guidava Sergio". Di quest'ultimo, di eta' compresa tra i ventuno e i ventiquattro anni, la ex amante di De Pedis da' anche una descrizione: "Sara' stato alto, piu' o meno un metro e novanta, era parecchio piu' alto di Renato. Belle spalle, fisico da boxer, da sportivo, insomma. Capelli chiari e occhi verdi-azzurri. Molto riservato. Io lo vedevo sempre, faceva l'autista a Renato. Aveva un'Audi bianca. La Bmw la vidi soltanto in quel frangente li' su. Sergio l'aveva portata al bar Gianicolo".

La testimone specifica, inoltre, che lei e De Pedis arrivarono al bar Gianicolo a bordo di una A 112 bianca, di proprieta' della donna."Renato e Sergio me la (la ragazza, ndr) misero in macchina…piu' che Renato, Sergio prese la ragazza dalle mani di questa signora e la accompagno' nella mia macchina. Poi, io salii in macchina e andai. Mi dissero che alla fine di quella via c'era questo signore che l'aspettava".

2 - RAGAZZA TENUTA IN CASA VICINO ALLA GIANICOLENSE…
(Agi) - Emanuela Orlandi sarebbe stata tenuta in un'abitazione, vicino a piazza San Giovanni di Dio, che aveva "un sotterraneo immenso che arrivava quasi fino all'ospedale San Camillo". Di lei si sarebbe occupata la governante della signora Daniela Mobili. Sono altre dichiarazioni della ex amante del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis, detto Renatino. Secondo la testimone, la Mobili, sposata con Vittorio Sciattella, era vicina a Danilo Abbruciati. All'appuntamento al Gianicolo Emanuela sarebbe arrivata con la donna di servizio.

Incalzata dai magistrati sull'esatta collocazione della casa, la teste spiega che si trovava, venendo dalla stazione di Trastevere e salendo dalla circonvallazione Gianicolense, uno o due semafori prima della piazza San Giovanni di Dio: "A un certo punto, sulla destra ci sono dei giardini, un piccolo parco di giardini, in quella traversa li'. Dovrebbe esserci pure un fabbricato basso, un palazzo se lo ricordo bene". E il sotterraneo? "Immenso, arrivava quasi fino all'ospedale San Camillo…Io lo vidi, ma poi mi misi a cammina' du' minuti, poi che mi fregava…insomma, non mi interessava andare oltre".

Paul Marcinkus con Giovanni Paolo II

3 – LA TESTIMONE: ORLANDI FU PRELEVATA SU ORDINE DI MARCINKUS…

(Agi) - Emanuela Orlandi sarebbe stata prelevata da Renatino De Pedis su ordine di monsignor Marcinkus, all'epoca presidente dello Ior. E' una delle ultime rivelazioni che Sabrina Minardi, la supertestimone, delle indagini sulla scomparsa della Orlandi ha fatto durante un colloquio investigativo con i dirigenti della squadra mobile, avvenuto il 14 marzo scorso. Sempre secondo quanto apprende l'Agi, alla specifica domanda, tramite chi Renato era stato delegato a prendere Emanuela, la donna risponde: "tramite lo Ior…quel monsignor Marcinkus…Renato ogni tanto si confidava".


Sulle motivazioni del sequestro, afferma poi: "stavano arrivando secondo me sulle tracce di chi…perche' secondo me non e' stato un sequestro a scopo di soldi, e' stato fatto un sequestro indicato. Io ti dico monsignor Marcinkus perche' io non so chi c'e' dietro…ma io l'ho conosciuto a cena con Renato…hanno rapito Emanuela per dare un messaggio a qualcuno". La testimone sottolinea di non sapere chi materialmente prese Emanuela: "Quello che so e' che (la decisione, ndr) era partita da alte vette…tipo monsignor Marcinkus…E' come se avessero voluto dare un messaggio a qualcuno sopra di loro. Era lo sconvolgimento che avrebbe creato la notizia". La donna fa un paragone con la morte di Roberto Calvi: "gli hanno trovato le mani legate dietro, perche' tu mi vuoi dare un messaggio".

In un colloquio successivo, del 19 marzo, la donna aggiunge: "Renato, da quello che mi diceva, aveva interesse a cosare con Marcinkus perche' questi gli metteva sul mercato estero i soldi provenienti dai sequestri". La teste, sentita successivamente dal procuratore aggiunto Italo Ormanni e dai pm Andrea De Gasperis e Simona Maisto, ipotizza come ragione della scomparsa della giovante una "guerra di potere": "Io la motivazione esatta non la so - dice ai magistrati -, pero' posso dire che con De Pedis conobbi monsignor Marcinkus.

Lui era molto ammanicato con il Vaticano, pero' i motivi posso immaginare che fossero quelli di riciclare il denaro. Mi sembra che Marcinkus allora era il presidente dello Ior…pero' sono ricordi cosi'. Gli rimetteva questi soldi…Io a monsignor Marcinkus a volte portavo anche le ragazze li', in un appartamento di fronte, a via Porta Angelica…Sara' successo in totale quattro o cinque volte, tre-quattro volte…Lui era vestito come una persona normale". Secondo la donna, l'iniziativa partiva da Renato.

"C'era poi il segretario - rivela -, un certo Flavio. Non so se era il segretario ufficiale. Comunque gli faceva da segretario. Mi telefonava al telefono di casa mia e mi diceva: 'C'e' il dottore che vorrebbe avere un incontro'. Embe', me lo faceva capire al telefono. Poi, a lui piacevano piu' signorine ('minorenni, no')! Quando entravo, vedevo il signore; non che mi aprisse lui, c'era sempre questo Flavio. Mi facevano accomodare i primi cinque minuti, poi io dicevo: 'Ragazze, quando avete fatto, prendete un taxi e ve ne andate. Ci vediamo, poi, domani'".

La teste, rispondendo alle domande dei magistrati, precisa che le modalita' in cui avvenivano questi incontri era diverse da quelle riferite sull'episodio del Gianicolo. "Mi ricordo che una volta - conclude - Renato portava sempre delle grosse borse di soldi a casa. Sa, le borse di Vuitton, quelle con la cerniera sopra. Mi dava tanta di quella cocaina, per contare i soldi dovevo fare tutti i mazzetti e mi ricordo che conto' un miliardo e il giorno dopo lo portammo su a Marcinkus".

4 - INQUIRENTI: RACCONTO TESTE MERITEVOLE DI RISCONTRO…
(Agi) - Avrebbe deciso di raccontare la sua verita' sul sequestro di Emanuela Orlandi dopo aver sentito mesi fa l'intervento nel programma 'Chi l'ha visto?' di Antonio Mancini, uno dei pentiti della Banda della Magliana. Ecco perche' la testimone di uno dei piu' grandi misteri d'Italia e' uscita allo scoperto dopo anni di silenzio. Le parole di Mancini (il quale, ascoltando una telefonata anonima giunta in redazione, disse "Riconosco la voce di 'Mario', e' di un killer al servizio di De Pedis") avrebbero scosso la donna al punto da incontrare i magistrati della procura di Roma e la polizia per riferire loro quanto fosse a sua conoscenza.

Se per i legali della famiglia Orlandi, gli avvocati Massimo Krogh e Nicoletta Piromallo, la teste e' inattendibile, diverso e' l'atteggiamento degli inquirenti che, prima di pronunciarsi sulla fondatezza o meno di quelle dichiarazioni, vogliono riscontrare ogni piu' piccolo particolare raccontato dall'ex amante del boss 'Renatino'. "Nel verbale della testimone, ci sono indubbie incongruenze temporali che ci lasciano un po' perplessi - ammettono a piazzale Clodio - ma alcuni dettagli sono cosi' precisi e circostanziati che meritano di essere approfonditi con molta attenzione".

Del resto, e' la prima volta che qualcuno riferisca fatti concreti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi anche se il coinvolgimento in questa vicenda della Banda della Magliana non e' un elemento inedito. "La supertestimone - e' stato spiegato in procura - non beneficia di alcun regime di protezione, non e' indagata cosi' come nessuno altro e' finito sotto inchiesta sulla base di quanto da lei stessa detto". Protagonista di un passato un po' troppo avventuroso, la donna, tra l'altro, non avrebbe chiesto agli inquirenti nulla in cambio della sua lunga audizione.

5 - ORLANDI, LA SORELLA: SENZA PROVE NON CREDO A 'PRESUNTA' TESTE…
(Agi) - "Non do credito a nulla di quello che viene detto in queste ore finche' non si accerta per davvero quello che e' accaduto e lo si possa provare". E' la risposta che arriva da Natalina Orlandi, una delle sorelle di Emanuela, contattata dall'Agi dopo la diffusione di parte della deposizione della ex amante dell'allora boss della 'Banda della Magliana', Enrico De Pedis (detto 'Renatino'), al procuratore aggiunto di Roma Italo Ormanni e ai sostituti Andrea De Gasperis e Simona Maisto che stanno indagando sulla scomparsa, proprio ieri sono trascorsi 25 anni da allora, di Emanuela.

"Per me - continua Natalina - questa notizia e' una come tante altre che escono fuori purtroppo quando sono in corso indagini ed accertamenti. Non si sa come mai vengano fuori notizie che dovrebbero essere riservate, ma e' risaputo che accade.... Ad ogni modo non penso nulla di tutto questo, aspetto soltanto, cosi' come aspetta tutta la famiglia". Natalina Orlandi si dice comunque "fiduciosa", e del resto "e' notorio che noi lo siamo sempre stati e continueremo ad esserlo fino a quando non avremo motivo per non esserlo".


Dagospia 23 Giugno 2008

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