giovedì 26 giugno 2008

peer to peer

Copyright, editori e Siae vogliono che l'Italia adotti il pugno di ferro: e voi?

Un vero peccato. Non ho potuto andare all'appuntamento dell'Associazione italiana editori (Aie) su "Creatività e cultura nel Web: opportunità o minaccia?" di oggi a Roma che ho anticipato qui, ma secondo i resoconti d'agenzia non c'erano voci fuori dal coro: a quanto pare se la sono cantata e se la sono suonata.

Al convegno, dove Denis Olivennes (direttore del Nouvel Observateur, ex capo della Fnac) ha presentato il suo libro e proposto il modello adottato dalla Francia di Sarkozy che, pioniera in Europa (anzi, nonostante le indicazioni contrarie arrivate dal Consiglio di Stato), ha di recente approvato un disegno di legge severissimo in materia, la risposta alla domanda del convegno a quanto pare è "minaccia". Un vero peccato.

Si sono detti d'accordo con Olivennes, ovvio, sia Mauro Masi, segretario Generale per la presidenza del Consiglio, che Giorgio Assumma, presidente della Siae, e il presidente dell’Aie Federico Motta, per i quali lo sviluppo di Internet rende necessaria una "riflessione" (sic) sulla difesa dei contenuti culturali diffusi dalla stessa rete, riconoscendo ad ogni componente del sistema "il giusto compenso" (ma va?) per la propria attività.

E in cosa consisterebbe questa "riflessione"?

«Un accordo e, se occorre, una legge che lo sancisca, per combattere il problema dello scambio illegale di file sul web è necessario, anzi è il futuro», non ha dubbio Olivennes, ispiratore dell’intesa tra il mondo dei contenuti e dei provider che ha portato in Francia al disegno di legge. «Serviva un provvedimento che combattesse il peer to peer costringendo tutti gli attori coinvolti a raggiungere un’intesa - ha aggiunto - la Francia ora ha un progetto di legge e approfitterà del semestre di presidenza Ue per continuare a percorrere questa strada».

«Il diritto d’autore e la sua tutela sono strumenti imprescindibili per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra società - ha detto Masi - l’Italia saprà sicuramente trovare una soluzione in grado di garantire il giusto equilibrio fra tutti gli interessi in gioco. Con la legge 43 del 2005 è stata imboccata la strada della promozione della definizione di codici di deontologia e di buona condotta tra gli operatori coinvolti. Proseguiremo in questa direzione».

L'Aie lamenta che la pirateria fisica incide sul 20% del mercato di libri, contenuti, musica e cinema. Più difficile la quantificazione di quella online, ma "stime condivise" - sostiene - attesterebbero il dato attuale intorno al miliardo di file illegali disponibili in rete a livello mondiale.

«Il futuro della produzione culturale non è quindi solo in un momento di cambiamento, è in pericolo - ha sottolineato Motta (Aie) -. Per questo il futuro passa dalla ricerca di una soluzione».

«Propongo di fare un’edizione speciale del testo di Olivennes destinata ai Parlamenti - dice provocatoriamente Assumma, ripetendo quello che ha scritto nella prefazione del libro - sperando di avere dei guadagni non in denaro ma in considerazione».

Insomma, se i resoconti d'agenzia sono completi, non c'erano voci fuori dal coro al convegno dell'Aie: se la sono cantata e se la sono suonata. Un vero peccato - perchè era una grande occasione di incontro e scambio di idee - che non emerga la voce dei loro clienti, i consumatori di cultura, che non vedono il Web come una minaccia, ma come un'opportunità. Perchè non si è mai vista fiorire un'industria che fa la guerra ai propri clienti... questa è la riflessione che andrebbe approfondita.

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