mercoledì 9 luglio 2008

sinistri girotondi


Un girotondo sulla Sinistra


http://memoriedallinvisibile.ilcannocchiale.it/

di Pio Belmonte

La parola "sinistra" rischia seriamente di assumere un significato squalificante, com'era trent'anni fa "destra". Il perchè è presto detto: anzitutto, l'allontanamento dalla classe operaia, che è, ragionevolmente, irreversibile.
Come faranno persone come Flores d'Arcais a ritornare alle umili origini delle lotte contadine, o metalmeccaniche, o portuali? Fosse anche con la veste ideologica (non diciamo cervellotica) della lotta dell'individuo contro il potere, come farà gente che fa opinione come Camilleri, o Scalfari, a rientrare nei ranghi di quell'azione impersonale, fattiva, progressiva nel senso pieno del termine? Fosse anche con la promessa della rapida disfatta delle destre, con quale risolutezza potranno mai più vestire i panni dell'insubordinato, del disertore, del disubbidiente, gente come Diliberto, Castagnetti, che ne so Fucksas, che nella vita non ha fatto altro che seguire mollemente la corrente di questo o quel conformismo? Gente come Veltroni o d'Alema, che ci ha messo meno di dieci minuti ad aggiornare gli "immortali principi" della storia alle necessità di sintesi del capitale italiano? Ma senza scomodare nemmeno Marx, diciamo pure gente che ha in pochi secondi deciso di seguire la moda dei diritti gay, a costo di farsi prendere letteralmente a pesci in faccia dagli operai che di questi tempi, di condividere la lotta di classe con un ricco professionista del centro che si afferma "discriminato" dall' "omofobia", non ne vogliono sapere?
Troppo difficile. Del resto lo sfacelo richiede una forza di reazione corale, decisa; tutto il contrario dello sguaiato protagonismo senza programmi della sinistra di oggi.

Altro motivo, per cui "sinistra" potrebbe divenire un suono sgradevole all'orecchio: l'antipatia.
Antipatici, è la parola mai abusata per descrivere gente come Colombo, Santoro, Travaglio. Ma anche avvicinandosi ai manutengoli centristi di questi ultimi anni, i marxisti spuri, l'ala moderata e cattolica, mirate voi quanta antipatia in Scalfaro, o in Emilio Colombo. Satrapi di un cerimoniale che non è più democristiano e che pure rimane arcano, distante, supponente e imperturbabile nella sua faziosità.
Ma persino l'elettore medio: un borghese che si dichiara eccentrico e disubbidiente ma che poi lavora con gli enti pubblici, e magari inquadrato in ruoli di dubbia utilità; un giovinastro che si droga e dilapida la moralità familiare avita "perchè lui non ci tiene", mentre poi ai beni aviti, passati i trenta, non rinuncerà, alla faccia dei figli di nessuno; un cineasta logorroico, una trentenne con la gonna etnica e i peli sulle gambe (fatti crescere apposta per redarguire l'italico maschilismo), un mediocre studioso che si batte "per la cultura", un attivista di qualcosa di immensamente pesante, uno xenofilo che gli stranieri non li ha mai visti, un cattolico che tollera la droga e poi sevizia i figli con le prediche del pretastro del quartiere.
Una umanità antipatica, perennemente in polemica violenta con gli Italiani troppo arretrati, con il popolo troppo incolto, con le masse troppo superficiali. Sognano soltanto mari di africani, gay, zingari, guerriglieri del terzo mondo, volontari d'ONG, alieni pacifisti e bambini soldato che li circondino accorrendo alle loro parabole. Nessuno di loro parla Swaili, nessuno di loro ha il coraggio di guardare in faccia una cricca di bambini zingari o di immigrati alla stazione, nessuno di loro imbraccerebbe un fucile nè saprebbe sottrarne ai guerrafondai, eppure la loro dimensione ideale, onirica quando non onanistica, è presuntuosamente nella savana dei diseredati.

Poi c'è un terzo motivo, che rischia di esasperare tutti all'idea di "sinistra", più degli altri due: è un motivo gravissimo, perchè integra una caratteristica che, se riconosciuta tale nella sinistra, rischia di farle rovinare addosso una montagna d'odio. La mancanza di potere.
Senza potere, la sinistra sarà sempre più odiata. Dalle donne, soprattutto, come avrebbe osservato Longanesi.
E, rebus sic stantibus, mi pare proprio che il rischio sia concreto.
Sapete cosa ha prodotto l'opposizione, oggi, 9 luglio 2008? La giornata "NO Cav.", in cui una osannatissima comica, la Guzzanti (mai vista in fabbrica nè in Africa) ha detto che il Papa andrà all'inferno e sarà sodomizzato da diavoli froci, che Berlusconi ha fatto cose sconce con una bella ministra, e che tale ministra (lo ha detto davvero, Sabina), in quanto ha fatto queste cose, non poteva essere nominata tale. Insomma, abbiamo una sarcastica battutaccia che vorrebbe tanto essere bestemmia (ma nemmeno lo è, perchè la bestemmia presuppone una intenzione empia, non uno stato isterico), una gustosa rivelazione (non provata) su quel porcellone del Presidente, e una interpretatio abrogans dell'art' 92, comma 2 della Costituzione, che da oggi è, mercè di Pietro, "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri sempre che questi non abbiano assaggiato il volatile di quest'ultimo".
E fosse solo che non convince, questa accozzaglia di argomenti bislacchi, a schierarsi coi No Cav; il fatto è che non vanno daccordo, queste parole, nemmeno con le idee della stessa Sabina sulla libertà sessuale, che, come si sa, non può e non deve essere coartata dal potere.

Orfana, antipatica e povera. Il capotreno Tonino di Pietro fischia la triste emigrazione di una sinistra peggio che perdente. Sfigata, non farà fortuna nemmeno all'estero.



permalink | inviato da Memorie dall'invisibile il 9/7/2008 alle 10:19 | Leggi i commenti e commenta questo postcommenti (0) | Versione per la stampa

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