Il Museo storico tedesco mette online la collezione privata
ALESSANDRO ALVIANI
Dopo oltre mezzo secolo sono tornati tutti insieme l'uno accanto all'altro, Adolf Ziegler e Carl Spitzweg, Franz von Stuck e Ferdinand Georg Waldmüller. Invece che sulle pareti del «Führermuseum», la più grande galleria al mondo, che doveva aprire i battenti a Linz nel 1950, i quadri degli artisti preferiti da Adolf Hitler sono finiti però su Internet. Il Deutsches Historisches Museum (DHM) ha raccolto online per la prima volta 4731 opere rubate, sequestrate o acquistate illegalmente per conto del dittatore tra la fine degli anni Trenta e il 1945. Dipinti, per lo più, ma anche sculture, porcellane e mobili, oggi sparsi tra i musei di mezza Europa, presentati ora con tanto di foto, dettagli sull'artista e informazioni sulla provenienza. Un'esposizione virtuale che non solo riassume il senso della lotta contro l'«arte degenerata» ingaggiata ossessivamente dai nazisti, ma che svela anche i gusti artistici del Führer, insaziabile collezionista.Il nucleo centrale della raccolta (circa 800 quadri) è composto proprio dalla collezione privata del dittatore, che aveva un debole per il romanticismo, in particolare per gli artisti viennesi e monacensi del XIX secolo. Ecco dunque paesaggi bucolici, scene familiari e ritratti di donne firmati da Carl Spitzweg o Franz von Stuck. Non mancano pittori italiani e olandesi, voluti dagli esperti cui il dittatore affidò il compito di creare il Führermuseum. Tra le opere spuntano ad esempio «Il mercato di Pirna» di Bernardo Bellotto, nipote del Canaletto, ma anche una quarantina di dipinti di Rubens e Rembrandt.
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