martedì 19 gennaio 2010

"AVATAR" RITIRATO DALLE SALE CINESI


©photo Barbara Villa per Dollswhip

da "Repubblica Online"
di GIAMPAOLO VISETTI
Pechino ritira "Avatar" dalle sale per far spazio al film su Confucio
PECHINO - Dal 4 gennaio Avatar, anche in Cina, batte ogni record di pubblico. Distribuito in 1.628 sale, più 900 cinema 3D, ha incassato quasi 40 milioni di dollari. Biglietti introvabili, o prenotati per settimane, milioni di cinesi in coda ogni sera fuori dalle sale. Le autorità di Pechino, con un colpo a sorpresa, hanno però deciso di ritirare di fatto il kolossal di James Cameron dai cinema. Secondo la stampa cinese, l'ordine è partito direttamente dal Dipartimento centrale di propaganda del partito comunista, ossia dall'ufficio che si occupa della censura.

Avatar doveva restare in programmazione fino al prossimo 28 febbraio, ossia fino alla conclusione delle ferie previste dal Capodanno cinese. Il governo ha deciso invece di bloccare il film di Hollywood a partire da venerdì 22 gennaio. Nel mirino, solo la versione 2D, mentre la tridimensionale resterà nelle sale. I cinema 3D rappresentano però solo il 15% delle strutture, sono più costose e sono presenti solo nelle metropoli. Lo stop governativo equivale dunque, di fatto, al ritiro di "Avatar" in Cina dalla visione popolare.

Le ragioni del blocco, per ora, appaiono confuse. Secondo la stampa nazionale, rigidamente controllata dalle autorità, all'origine ci sarebbero ragioni commerciali. Avatar, in due settimane, ha surclassato ogni altro spettacolo e film "made in China". In particolare, se fosse rimasto nelle sale 2D, avrebbe fatto passare in sordina l'esordio del film patriottico sulla vita di Confucio, in uscita iproprio il 23 gennaio. Una sorta di protezionismo cinematografico, dunque, un "dazio" contro i film Usa da parte di una nazione che già importa al massimo 20 pellicole straniere all'anno.


L'annuncio del misterioso stop ad Avatar, presentato in anteprima proprio in Cina da James Cameron lo scorso 23 dicembre, con un appello "all'apertura del mercato alle produzioni occidentali", ha scatenato però una serie di illazioni. Secondo alcuni giornali, i funzionari della propaganda avrebbero visto riferimenti alle repressioni di Pechino contro le minoranze di tibetani e uighuri dello Xinjiang. Secondo altri, milioni di cinesi avrebbero inteso l'invasione di Pandora, rappresentata nel film, come una metafora degli sfratti forzati da case e terreni da parte di autorità e speculatori cinesi. Questa lettura, in particolare, era stata proposta nei giorni scorsi online da Han Han, romanziere e pilota popolarissimo in Cina, autore del blog più seguito del mondo. Altri ancora osservano che alcuni protagonisti del cinema cinese, nei giorni scorsi, aveva lanciato l'allarme contro l'alta tecnologia delle produzioni di Hollywood, sottolineando l'arretratezza di quelle nazionali. L'"Apple Daily" di Hong Kong sostiene oggi che fermare Avatar per fare spazio a Confucio risponde piuttosto alla svolta nazionalista e pratriottica dell'ala più radicale del nuovo potere di Pechino.

Difficile, per ora, comprendere con chiarezza l'ultima mossa cinese. Tre sole le certezze: Avatar ritirato dai cinema 2D, spettatori cinesi inferociti e scatenati sulla rete. E, a pochi giorni dal caso-Google, tempi sempre più duri, in Cina, per il business Usa legato ai media.

1 commento:

  1. anch'io ho appena pubblicato uno special di 23 minuti su Avatar ;)
    complimenti per il weblog e buon weekend,
    Marco Michele
    CN

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