Splendide interpretazioni della nostra nuova memoria, delegabile, espandibile, riutilizzabile,distante. Magnifici colori. Di grande impatto. Mi ha ricordato il messaggio di Allen Ginsberg in Juke box all'idrogeno: "allargate l'area della coscienza".
Sì. Una memoria ausiliaria. Che ci autorizza a dimenticare (?). Pensavo alle madeleines di cui sono golosissimo. A tutto ciò che in continuazione affidiamo all'archivio della nostra vita. Che i nostri sensi, in un gioco molto complesso e del tutto inconscio, possono far riaffiorare, offrendoci davvero l'occasione di allargare la nostra coscienza. Anche la nostra nuova memoria. Purché si decida, in uno sforzo molto consapevole, di ripescare i dati. Cordialmente.Férdinand
Molto bello e allegro. Una memoria però non tecnologica e perfetta come quella di un hard disk perfettamente funzionante, ma quella fantastica e multi-colore di un hard disk "preparato". Come nei sogni, in cui tutto si espande simbolicamente.
"quando nel silenzio della notte un amante rimane coinvolto in amorevoli nomi e IMPROVVISAMENTE RICORDA che tutto questo è già accaduto: le parole, e i capelli, e il canto del gallo fuori dalla sua finestra, proprio come era accaduto nei Tristia di Ovidio, la gioia profonda della RICOMPARSA lo cattura" (O.E.Mandelstam)
In effetti il punto di partenza è la contaminazione fra colore tattile e tecnologia, operata da Ettore Sottsass negli anni '50 con le macchine da scrivere Olivetti con i tasti colorati. La differenza principale fra quelli e i miei hard disk è che questi ultimi NON FUNZIONANO PIU', sono dei simulacri, delle esuvie di memoria che rimandano alla loro funzione, ma che servono ora da supporto e forma per il colore.
Splendide interpretazioni della nostra nuova memoria, delegabile, espandibile, riutilizzabile,distante. Magnifici colori. Di grande impatto. Mi ha ricordato il messaggio di Allen Ginsberg in Juke box all'idrogeno: "allargate l'area della coscienza".
RispondiEliminaSì. Una memoria ausiliaria. Che ci autorizza a dimenticare (?). Pensavo alle madeleines di cui sono golosissimo. A tutto ciò che in continuazione affidiamo all'archivio della nostra vita. Che i nostri sensi, in un gioco molto complesso e del tutto inconscio, possono far riaffiorare, offrendoci davvero l'occasione di allargare la nostra coscienza. Anche la nostra nuova memoria. Purché si decida, in uno sforzo molto consapevole, di ripescare i dati.
RispondiEliminaCordialmente.Férdinand
Molto bello e allegro.
RispondiEliminaUna memoria però non tecnologica e perfetta come quella di un hard disk perfettamente funzionante, ma quella fantastica e multi-colore di un hard disk "preparato". Come nei sogni, in cui tutto si espande simbolicamente.
"quando nel silenzio della notte un amante rimane coinvolto in amorevoli nomi e IMPROVVISAMENTE RICORDA che tutto questo è già accaduto: le parole, e i capelli, e il canto del gallo fuori dalla sua finestra, proprio come era accaduto nei Tristia di Ovidio, la gioia profonda della RICOMPARSA lo cattura" (O.E.Mandelstam)
RispondiEliminaIn effetti il punto di partenza è la contaminazione fra colore tattile e tecnologia, operata da Ettore Sottsass negli anni '50 con le macchine da scrivere Olivetti con i tasti colorati. La differenza principale fra quelli e i miei hard disk è che questi ultimi NON FUNZIONANO PIU', sono dei simulacri, delle esuvie di memoria che rimandano alla loro funzione, ma che servono ora da supporto e forma per il colore.
RispondiEliminae sostengono lo sforzo di espandere l'ampiezza e la profondità di ciò che si è in grado di sperimentare
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