WARHOL / BEUYS
Uno etereo, fragile sotto la parrucca bionda, rigido dietro la cravatta regimental. L'altro fisico, rilassato, cappellaccio di feltro, gilet da pescatore e uno sguardo che sembra non avere paura di niente. Andy Warhol e Joseph Beuys: l'artista pop, frivolo e mondano, specchio dell'America anni Ottanta; e l'intellettuale europeo, verde, rivoluzionario, anticapitalista («ho scelto l'arte come azione politica»). In mezzo un napoletano determinato e visionario, che per dar vita a un sogno nella primavera del 1980 decide di far incontrare «le due anime estreme della contemporaneità». Sembra uno scherzo, è il 1° di aprile, ma si presentano in 5 mila alla galleria di Lucio Amelio. L'happening dura fino a notte fonda, Warhol espone una serie di ritratti di Beuys, Beuys compie un'azione segreta nell'antro della Sibilla, Mimmo Jodice fotografa, Leopoldo Mastelloni si esibisce. Per un giorno Napoli diventa il centro del mondo.
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