mercoledì 16 gennaio 2008

annie lennox

LA CULTURA DI ANNIE…
Mario Luzzatto Fegiz per il “Corriere della Sera”

Le artiste vanno alla ricerca di se stesse. Spesso, come Mina, ci riescono. Ma noi, amanti del pop, le perdiamo. Crescono, si fanno colte. A volte troppo. La Lennox, del recente «Songs of mass distruction» apriva con «Dark road». Tristissimo. Del genere «bello ma non mi va di riscoltarlo». Si è rivelato il suo requiem. Lontano dai fasti degli Eurythmics con Dave Stewart, colui che l'aveva trasformata da cameriera di fast food a pop star. Non di sola Sony Bmg vive l'arte musicale. Il mondo è pieno di piccole etichette pronte ad accoglierle Annie Lennox. Certo senza anticipi miliardari.

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