sabato 15 marzo 2008

DAL "CORRIERE DELLA SERA ONLINE"

Il tratto della Siracusa-Gela aperto ieri è solo un decimo dell’intero percorso

L’autostrada con il record di lentezza

Dopo 34 anni inaugurati 14 chilometri senza illuminazione e segnaletica, ha il limite di 80 all’ora

SIRACUSA — Inaugurare un’autostrada dove si può sfrecciare alla strabiliante velocità di 80 chilometri orari può far sorridere visto che non siamo negli anni Quaranta. Ma questo accade in un paesello siciliano famoso nel mondo perché, sotto una tenda militare, si firmò l’armistizio degli anni Quaranta. Il 3 settembre del ’43, per la precisione. Quando la vittoria degli Alleati si sancì fra i limoni e gli ulivi di Cassibile, 9 chilometri da Siracusa e poco più di cento da Gela, giusto per dare le coordinate e capire dove si trova ’sto pezzetto d’autostrada aperto ieri con notabili e taglio di tricolore, benedizione vescovile, fanfara e dolcini. Il tutto per 14 chilometri, solo fino a Noto.

Un decimo di quelli progettati nel 1974. E costati, dicono, più 250 milioni di euro. Compresi i 20 da aprire forse a maggio, fino a Rosolini. Ed esclusi gli altri 80 che di questo passo non potranno vedere gli affannati presidenti, assessori, consiglieri, commissari, candidati e chi più ne ha più ne metta, tutti ansiosi ieri davanti al miracolo di quel nastro tricolore che non si sapeva a chi far tagliare. Un tempo non lontano sarebbe spettato a Totò Cuffaro, ma dopo verdetto e cannoli non ha più la carica. E il vice governatore facente funzioni non s’è presentato, annunciando l’invio di un assessore arrivato tanto tardi da convincere i presenti, sotto un sole cocente, a cedere le forbici al vescovo di Siracusa. Così, a mezzogiorno, sono potuti zompare tutti a bordo delle berline blu. E via per i 14 chilometri, andata e ritorno, rispettando il divieto di non superare gli 80 orari per mancanza assoluta di illuminazione e parte della segnaletica. Lavori in corso, strisce gialle, gallerie buie e inviti a rallentare.

A 34 anni dal progetto, il serpente delle auto blu in giro avanti indietro su quell’asfalto fresco di bitume ha trasformato l’autostrada in una pista di gokart. Ma da ieri un piccolo vantaggio chi abita in zona e gli stessi turisti diretti a Noto l’hanno ottenuto. Un po’ di curve si risparmiano. Gela resta lontanissima, ma è più agevole raggiungere quel gioiello da Siracusa. E bisogna accontentarsi. Perché per arrivare a Modica, a Ragusa, a Comiso la strada resta infinita, tortuosa e pericolosissima. Come sapeva e tragicamente capì all’ultimo pure Gesualdo Bufalino, il grande scrittore di Comiso morto in un incidente stradale sulla pista insidiosa che corre zeppa di pericoli verso il Petrolchimico della scandalosa Gela. Adesso potrà forse esser contento Andrea Camilleri perché quel pezzo d’autostrada che s’arresta a Noto avvicina comunque le location televisive del commissario Montalbano, compresi i paradisi di Vendicari, la piazza cinematografica di Marzamemi e la villa romana del Tellaro che per un caso del destino sarà riaperta proprio oggi, dopo quaranta anni.

Ma se Bufalino tornasse a scrutare col suo disincanto le strade in cui ci lasciò la pelle sorriderebbe ironico davanti alla imminente inaugurazione dell’aeroporto di Comiso dove arriveranno i jet per i turisti e i cargo per le verdure di serra, lasciando a pullman e camion le difficoltà di sempre. È la contraddizione di un’isola dove il direttore dell’Anas si lascia intervistare dalle tv locali, fiero del nastro tagliato. Sembra un replay dell’inaugurazione della Palermo- Messina dove, dopo tre cerimonie simili, sono rimasti i «lavori in corso» e una galleria chiusa. Un po’ come la Palermo-Catania dove la galleria di Caltanissetta è sempre buia e il viadotto di Resuttano ristretto a una corsia da vent’anni. Alla faccia della mobilità, come dicono i corleonesi rassegnati davanti allo svincolo sulla Palermo-Agrigento ultimato dieci anni fa e mai aperto perché pericoloso.

Come il viadotto di Favara da sei mesi chiuso sulla Agrigento-Caltanissetta. Così, nel disastro di un’isola rimasta senza ponte, come protesta Raffaele Lombardo, e con gallerie ferroviarie dove non entrano i treni merci, come denuncia Anna Finocchiaro, si aprono 14 chilometri di un futuro che accarezza la cattedrale di Noto e lì s’arresta.

Felice Cavallaro

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