venerdì 4 luglio 2008

quel Rodotà

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4 luglio 2008

Non lo so con certezza. Ma quel Rodotà lì, che la legalità non è più un valore, che la libertà di comunicare sembra ferita a morte, che si stanno mettendo le manacce sulle (ma li mortacci sua) delicatissime questioni della giustizia, che gli equilibri democratici ormai vacillano, che il presidente del Consiglio occupa il centro di un sistema di feudalità, e mica è finita, io, ripeto, non lo so con certezza. Ma quel Rodotà lì che l’uguaglianza è morta, la solidarietà è morta, il razzismo è in fiore, la dignità umana viene calpestata, il craxismo sta vincendo, le elezioni non sono più un esercizio di democrazia, macché, tutt’al più un lavacro per il principe losco, sciolto dall’osservanza delle leggi, insomma, quel Rodotà lì, che per due intercettazioni in meno (forse), e un po’ di cotone nel buco della serratura, scrive quel che ha scritto, suda, tribola come un tarantolato, sviene e stramazza, quel Rodotà lì dev’essere più pettegolo della collega Maria Laura.

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