lunedì 6 ottobre 2008

cacia al pirata

CACCIA AL PIRATA – DA GENNAIO CHI SCARICA ILLEGALMENTE PER 3 VOLTE POTREBBE RITROVARSI SENZA INTERNET PER UN ANNO – AL LAVORO UNA COMMISSIONE COORDINATA DA MAURO MASI – I PROVIDER GIÀ PROTESTANO…

Michela Finizio per "Il Sole 24 Ore

Sono centinaia i cultori del telefilm americano «Lost» che, prima della messa in onda in Italia, hanno potuto vedere le puntate scaricandole da internet. Un vero e proprio fenomeno "della rete", reso possibile grazie ad alcuni appassionati che registrano le puntante in inglese, le sottotitolano in italiano, per poi condividerle illegalmente con milioni di utenti grazie al peer to peer.

È solo uno degli esempi di pirateria "all'italiana", che però mostra il livello di diffusione e organizzazione raggiunto dal fenomeno. Ormai un abitudine, contro cui il Governo, ha recentemente deciso di prendere posizione, nell'intento di individuare gli strumenti più idonei per colpire i pirati informatici.

È stato registrato il 23 settembre dal Consiglio dei ministri il decreto che istituisce il tavolo istituzionale contro la pirateria multimediale e digitale, annunciato dal ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, durate la Mostra del Cinema di Venezia. La nuova commissione, coordinata dal segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Mauro Masi, si insedierà nelle prossime settimane e avrà compiti precisi: predisporre eventuali normative e adottare provvedimenti mirati, interagire con gli operatori del settore al fine di condividere codici di autodisciplina, adottare azioni e iniziative di contrasto al fenomeno

Ne faranno parte, oltre al coordinatore e al capo gabinetto del ministero dei Beni culturali, il presidente della Siae (Società italiana degli autori ed editori), i rappresentanti dei dicasteri coinvolti e due esperti del settore, che verranno nominati a breve.
«Faremo diverse audizioni pubbliche - afferma Mauro Masi- durante le quali ascolteremo tutti i rappresentanti del settore e le associazioni di categoria. Stiamo per attivare anche una casella di posta elettronica dove operatori ed enti interessati potranno inviare i loro suggerimenti. Intendiamo trovare una soluzione a questo grave problema, ma non credo a priori che esista una ricetta più giusta di altre».

A risvegliare l'interesse sul tema della pirateria è stata la strada intrapresa di recente dalla Francia. Dopo aver istituito una commissione ad hoc, come sta accadendo in Italia, il governo di Sarkozy ha approvato un disegno di legge ( detto disegno "Olivennes" dal nome di Denis Olivennes, il presidente della Fnac che ha presideduto la commissione) che mira a contrastare il fenomeno. A chi scarica illegalmente contenuti protetti da diritto d'autore, dopo alcuni ammonimenti, al terzo avviso gli verrà sospesa la connessione in-ternet, anche per un anno.

La misura descritta dovrebbe entrare in vigore a partire da gennaio 2009, grazie alla collaborazione degli internet service provider (isp): solamente tramite loro la nuova autorià amministrativa Hadopi ( Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur internet) potrà effettuare controlli e inviare avvisi agli utenti che commettono azioni illecite online.


Il provvedimento francese ha suscitato interesse in tutta Europa e, a catena, anche Gran Bretagna e Germania hanno già espresso la volontà di "imitare" i francesi. Il Parlamento europeo, invece, si è pronunciato negativamente: i deputati europei hanno votato contro le misure di sorveglianza e di repressione del testo francese, sostenendo che l'interruzione dell'accesso a internet sia «in contraddizione con le libertà civili, i diritti umani e i principi di proporzionalità di efficacia e dissuasione ». Pareri discordanti che, anche in Italia, riflettono orientamenti diversi.

La normativa italiana sulla pirateria, a detta di molti, è una delle migliori nel panorama europeo (vedi le schede in basso, elaborate con la collaborazione dello studio legale LGV Avvocati). Il presidente della Siae, Giorgio Assumma, unico rappresentante esterno che siederà al tavolo istituto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha più volte manifestato la propria posizione: «Stavolta credo si possa compiere una battaglia seria - afferma Assumma -. Ho capito che c'è una volontà precisa, anche da parte del Governo, di intervenire. Condivido pienamente la proposta francese e auspico si possa adottare anche in Italia la stessa ideologia. Lo stop della connessione è necessario, sennò i risultati sono inefficaci. Per questo è necessaria la collaborazione degli intermediari».

I provider, però, hanno già sollevato forti perplessità: «Non vedo come si possa - afferma il presidente di Assoprovider, Dino Bortolotto - decidere qualcosa che ci riguarda senza interpellarci. Le proposte in questione sono anticostituzionali, dirette a estendere la responsabilità dei provider e a criminalizzare gli utenti finali che utilizzano internet. In questo modo il tavolo rappresenta solo gli interessi dei titolari dei diritti».

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