mercoledì 8 ottobre 2008

L'ISOLA DELLA SVENTURA

magistrale, amara stroncatura della nostra Sventura


dal Corriere Online

A FIL DI RETE

L'Isola specchio del nostro Paese

di ALDO GRASSO

L' isola della Sventura. Sarà anche la trasmissione più odiata da quelli che amano la tv intelligente, sarà anche governata da una conduttrice che urla come una pescivendola e minaccia i concorrenti di farli sparire dalla faccia della tv, sarà anche commentata da Luca Giurato, uno che ti chiedi come abbia fatto; eppure L'isola dei famosi ha dei momenti involontari di grande letteratura popolare (Raidue, lunedì, ore 21.05). Intanto perché è l'unico programma che abbia svolto un'analisi seria sul disastro delle Borse: commentando la «moria di concorrenti » (quest'anno tutti fuggono via dall'isola, ignominiosamen-te), la Ventura (anzi la Sventura) ha ricordato che il 2008 è anno bisestile: «Anno bisesto, anno funesto» (o senza sesto, o dissesto). Che Wall Street e Piazza Affari ne tengano conto, per favore.

Poi, L'isola ci ha regalato il momento comico più alto della stagione: l'imitazione di Michi Gioia e del suo compagno Giuseppe fatta da Vladimir Luxuria; un piccolo gioiello di umorismo, di descrizione di un ambiente, di critica sociale. A Zelig se lo sognano un numero così. Per non parlare del latino dadaista e aleatorio della Sventura (per lei «alea iacta est» diventa «dada tracta est») o di Valeria Marini. Il paravento dietro cui non ci si può più nascondere, e che l'isola della Sventura ci ricorda senza pietà, è questo: la tv generalista riflette l'Italia generalista, che è ancora stragrande maggioranza. I concorrenti, Mara e Luca, il «parentame», Cabrini e il marito di Ivana Trump, i famosi e i non famosi siamo noi. L'isola è un monito sotto forma di farsa: alla stupidità abbiamo tutti sacrificato qualcosa di essenziale; chi più, chi meno. La stupidità infatti è sì connessa al mondo del pensiero ma lo è ancora di più a quello della tv. È un magma che si espande continuamente, un inconfessabile amore, una «invincibile attiranza », per appellarsi ad Alberto Savinio.


08 ottobre 2008

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