«Il Montauk? Una trovata pubblicitaria»
Le rivelazioni di due siti: «Il mostro è un arredo scenico usato per un film». La carcassa è stata «trafugata»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK – Nuovo, bizzarro capitolo nella saga del misterioso «Mostro di Montauk»: il sito web di uno studio di produzione hollywoodiano, Splinterheadsmovie.com, dichiara di aver «scippato» la fantomatica carcassa della creatura che, ad oggi, resta ancora senza un nome. «Abbiamo il Mostro di Montauk», proclama il sito, accanto alla foto della fantomatica bestia "celebrity" che da settimane infiamma il Web.
IL MOSTRO E IL SET - A trafugare il cadavere di quello che potrebbe essere un cane, una tartaruga, un procione o una nutria, sarebbe stata la troupe di «Splinterheads», un film del produttore newyorchese Darren Goldberg, attualmente in lavorazione a Patchogue, 96 chilometri a est di Manhattan, non lontano da dove il mostro è stato rinvenuto a metà luglio, in una esclusiva spiaggia di East Hampton. La tesi del furto è avvalorata da due siti web locali: montauk-monster.com e sersenpark.com. Secondo quest’ultimo l’animale è «quasi sicuramente un arredo scenico usato da Goldberg in Splinterheads».
«TROVATA PUBBLICITARIA» - «Il Montauk Monster non è altro che una trovata pubblicitaria», spiega il sito, citando una misteriosa fonte vicina a Goldberg, tale Tonya, sicura che «il mistero dell’estate verrà svelato quando il film uscirà nelle sale, all’inizio del prossimo anno». A confermare la tesi dello scippo è anche Eric Olsen, l’agente immobiliare di East Hampton che il mese scorso aveva scoperto per primo la misteriosa carcassa e continua a giurare che si tratta di un animale vero e non di un abile lavoretto di Photoshop, come ha suggerito qualcuno. «Me l’hanno trafugata - ha spiegato al giornale locale The East Hampton Star -. E adesso sono costretto a dare la caccia alla maledetta creatura». Olsen aveva raccontato allo Star di aver raccolto l’animale morto lo scorso 13 luglio, durante una passeggiata notturna in spiaggia, e di averlo deposto nel cortile dell’amico Noel Arikian, perché marcisse. «Avevamo intenzione di affidare lo scheletro ad un artista newyorchese - spiegano i due - per realizzarne un’opera d’arte”. Il furto li ha costretti a buttare all’aria i loro piani.
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