«Annozero» ha molti difetti:
si può criticare ma non chiudere
Ci risiamo, qualcuno vuole chiudere «Annozero». Il ministro Claudio Scajola ha annunciato che convocherà i vertici Rai per verificare che la trasmissione garantisca «un’informazione completa e imparziale». Secondo il ministro, la tv non può sostituire le aule del tribunale. Secondo noi, i politici dovrebbero smetterla di coltivare una loro mai sopita vocazione censoria e reclamare la chiusura dei programmi sgraditi.
Proprio ieri, ho scritto che Michele Santoro ha messo in scena tutti i suoi abituali difetti: la demagogia, il credersi portatore unico della libertà d’espressione, un’atmosfera autoreferenziale e militante che ha come unico scopo quello di fomentare il giustizialismo, la disinvoltura intellettuale, sua e dei suoi più stretti collaboratori. Ma la mia è solo un’opinione, da spettatore professionista, giusta o sbagliata. Non mi permetterei mai di chiedere la testa di chicchessia. Tanto più che la trasmissione è stata seguita da un numero consistente di spettatori, più di cinque milioni.
Con lo stesso criterio, quello dell’informazione «completa e imparziale», potremmo allora richiedere la chiusura di altri programmi, a cominciare forse dal Tg1, alquanto reticente su alcuni argomenti. La cosa è talmente ridicola da non essere presa nemmeno in considerazione. Certo, Santoro a volte smarrisce il senso della misura, non ama il contraddittorio, procede per tesi personali spacciate come assolute. Sono gli inconvenienti della democrazia, ma meglio l’inconveniente dell’assenza di democrazia. Tempo fa, Giuliano Ferrara ha fatto una provocatoria proposta: «Santoro andrebbe affiancato da un professionista serio dell’informazione che lo corregga nel senso della vigilanza intellettuale, della cultura e delle buone maniere. Destituendolo come Conduttore Unico delle Coscienze e salvandolo, se si sia ancora in tempo non lo so, come professionista». Nel pollaio tv, due galletti finirebbero per battibeccare a sangue, come in un reality. Ne guadagnerebbe l’audience, forse, ma a scapito del resto, a cominciare dalla comprensione. Bisogna adoperarsi per un programma più autorevole e interessante di quello di Santoro, magari in onda alla stessa ora, nello stesso giorno.
Aldo Grasso
26 settembre 2009
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