venerdì 4 gennaio 2008

Vampira Again

VAMPIRA
Una miscela sapiente di sesso, umorismo, orrore e una buona manciata di sano cattivo gusto: è Vampira, una delle “granate psichiche” più potenti lanciata dagli schermi televisivi verso i neuroni del pubblico americano inebetito dal consumismo nel bel mezzo degli anni cinquanta del secolo scorso. L’attrice finlandese Maila Nurmi impersonò una ragazza demone del piccolo schermo che univa contemporaneamente repulsione e desiderio, bellezza e raccapriccio … una vamp per il popolo dal fascino perverso e magnetico.

Il mito di Vampira riscosse un successo incredibile cominciando prima come fenomeno locale in California e diffondendosi poi in tutti gli States grazie al tam-tam della stampa.
Maila Syrjanieme Nurmi nacque a Petsamo in Finlandia il 12 novembre 1921, proprio nel periodo in cui suo zio, il corridore finlandese Paavo Nurmi (era soprannominato il “finlandese volante”), cominciava ad essere riconosciuto internazionalmente per i successi sportivi. Due anni dopo la sua nascita, la famiglia al completo si trasferì in America, nell’Oregon per la precisione.
A diciassette anni Maila scappò di casa per cercare fortuna ad Hollywood sperando di sfondare come attrice; fu però costretta per un certo periodo a svolgere ogni tipo di lavoro per sbarcare il lunario, dalla guardarobiera alla sarta. La bella finlandese trovò anche occupazione come spogliarellista e danzatrice esotica, posò per le pin-ups del celebre illustratore Alberto Vargas e lavorò come cheese-cake girl in compagnia di future stelle agli esordi come Marilyn Monroe (allora solo Norma Jean) e Mamie van Doren. Col tempo le cose cominciarono ad ingranare e, dopo essersi trasferita a New York, riuscì a ottenere delle buone parti come attrice in alcuni spettacoli di Broadway (per esempio comparve in “Chaterine Was Great” con Mae West e interpretò addirittura una vampira nello show “Spook Scandals”).
Ritornò poi in California perché il regista Hudson Hawks la voleva in un suo film; la pellicola purtroppo non fu mai prodotta.
Il bizzarro alter-ego che le avrebbe cambiato la vita nacque quasi per caso: nel 1953 Maila decise di partecipare all’annuale ballo mascherato Bal Caribe (voluto dal famoso ballerino e coreografo Lester Horton) a Hollywood vestendo i panni della lugubre e sensuale vamp senza nome (verrà battezzata Morticia solo per la serie televisiva dei ‘60) che compariva nelle vignette di Chas Addams nel New Yorker; si confezionò il vestito da sola utilizzando uno scampolo nero e una forbicina da manicure.

Il giorno del ballo, tra una folla di finti cow-boys, sosia di Carmen Miranda, improbabili colonnelli della guerra civile americana e altri ballerini in maschera; accompagnata dal suo primo marito, lo sceneggiatore (futuro produttore televisivo) Dean Reisner, si aggirava per la sala stretta dallo scuro e attillatissimo abito, cosparsa di bianco cerone e con finte ferite sanguinanti sul collo … risultato: la sua apparizione riscosse così tanto successo da meritarle il premio come miglior travestimento della serata tra ben 2000 partecipanti. Il funereo e sexy personaggio femminile del ballo attirò l’attenzione di Hunt Stromberg Jr., produttore televisivo e direttore della rete Channel 7 KABC, che proprio allora stava cercando un personaggio interessante per presentare una rassegna di vecchie pellicole horror, un cicerone del brivido proprio come i sinistri individui disegnati (la vecchia strega, il guardiano della cripta, …) che introducevano le storie dell’orrore a fumetti nei comic-books della EC e nelle numerose imitazioni (verranno in seguito gradualmente soppressi a causa del libro “Seduction of the Innocent” dello psichiatra Frederic Wertham che li reputava dannosi per le menti dei pargoli americani e promosse la caccia alle streghe fumettate tra una moltitudine di mamme infuriate), ma in carne ed ossa. Dopo aver cercato la ragazza per ben 5 mesi, la trovò e riuscì a convincerla a presentare la trasmissione; le impose di elaborare le caratteristiche del personaggio cercando di eliminare ogni riferimento alla creazione di Addams per evitare un’eventuale accusa di plagio con relativi impicci legali.
La Nurmi preparò la sua creatura mischiando quindi idealmente alcuni elementi tratti dalle figure femminili più oscure e ambigue apparse nella cultura popolare fino ad allora: si ispirò alle dark ladies dei fumetti di Milton Caniff (soprattutto la Dragon Lady di “Terry and the Pirates”), alla vamp del cinema muto Theodosia Goodman in arte Theda Bara, alla glaciale regina cattiva dal “Biancaneve e i Sette Nani” di Disney, a Marlene Dietrich e alle spietate pin-ups di Bizarre, spregiudicata rivista dell’epoca dedicata al bondage ed al masochismo. Mise insieme un costume inquietante e mozzafiato allo stesso tempo utilizzando lunghi capelli corvini, un pallore cadaverico al cerone, ardite sopracciglia ad ali di gabbiano, un abito nero sbrindellato dalla generosa scollatura, calze a rete, tacchi vertiginosi e lunghissime unghie di plastica; ma il pezzo forte del suo look consisteva nell’innaturale vitino da vespa (grazie al quale finì addirittura per un certo periodo nel “Guinnes dei Primati” per la anormale misura di 42 centimetri) che otteneva spalmandosi crema cosmetica mescolata a polvere di papaya per ammorbidire la carne … completava l’opera stringendosi la vita in uno strettissimo tubino di gomma. Il maritino Dean Reiser fornì il tocco finale suggerendo il nome: Vampira … ecco allora pronti tutti gli ingredienti per bucare il video senza pietà.

Lo show di Vampira debuttò nel marzo del 1954. Veniva presentata tra una spessa nebbia al ghiaccio secco e con in sottofondo le lugubri note d’organo di “Uranus” da “I pianeti” di Holst. Introduceva i films horror (la maggiorparte erano della Universal) cantando assurde canzoncine con aria assente e funebre, proponeva ricette disgustose, si riposava sul suo divano ornato da un teschio, raccontava barzellette macabre, imbastiva gags dall’umorismo necrofilo e guardava il pubblico con distacco e sufficienza. Bastarono poche settimane e il pubblico incominciò ad adorarla (attirò inevitabilmente anche dei fans morbosi che la minacciavano di continuo). «Life» e «Newsweek» le dedicarono subito dei servizi che contribuirono a farla conoscere in tutto il paese.
Vampira aprì inoltre la strada ad una moltitudine di presentatori notturni di vecchie pellicole horror da emittenti locali sparse per tutti gli stati Uniti d’America.
David J. Skal nel suo acuto (e fondamentale) libro sulla cultura horror “Monster Show” analizza al meglio la figura televisiva della Nurmi collegandola alla situazione sociale ed ai costumi dell’epoca: «Il corpo di Vampira era una spianata di contraddizioni culturali: insieme prosperoso e gracile, ben nutrito ma scheletrico, evocava paradossalmente un consumismo insaziabile. Era particolarmente adatto alla televisione a bassa risoluzione: non importa quanto si armeggiasse con il pulsante del contrasto: i nitidi contorni e ombre che la delineavano non si attenuavano. Le sopracciglia erano parabole aerodinamiche a propulsione sonica, arcate gotiche in orbita. Prendendo energia dal nesso eminentemente anni cinquanta di linee automobilistiche e forma femminile, Vampira era un carro funebre risucchiato … con fanali.»
La carica teatrale e ironicamente soprannaturale del personaggio non veniva abbandonata dalla Nurmi una volta spente le telecamere e abbandonati gli studi televisivi, Vampira vagava infatti anche per le strade di Los Angeles (spesso riparandosi dal sole con un ombrellino nero) e frequentava i locali più in voga della città; chi, vedendola vestita come nella trasmissione, la riconosceva e si avvicinava per chiederle un autografo poteva sentirsi rispondere: «io non lascio autografi, solo epitaffi!»
Maila non amava troppo frequentare il jet-set … strinse però amicizia con stelle nascenti del cinema (conosciute al Googie Coffee Shop) come Marlon Brando e James Dean, con quest’ultimo instaurò un legame speciale. Vampira e il futuro interprete de “La Valle dell’Eden” uscivano spesso insieme dopo le registrazioni del programma e posarono anche per delle foto promozionali.
L’affettuosa amicizia tra i due non durò … improvvisamente Dean, forse infastidito dai numerosi rotocalchi scandalistici che parlavano di una storia d’amore tra lui e Maila (con titoli come “James Dean e la Madonna Nera”), rilasciò alcune velenose dichiarazioni durante un’intervista con la giornalista specializzata in gossip Hedda Hopper: «Io non sono solito uscire con le streghe, e ancora meno con i fumetti … conosco in maniera abbastanza adeguata le forze sataniche, ero intenzionato a scoprire se Vampira nutriva un’ossessione nei confronti di una forza simile. Lei era un soggetto che volevo studiare. La incontrai e intrapresi una discussione. Non sapeva un bel niente! Usa la sua sciocca caratterizzazione come scusa per l’espressione più infantile mai immaginabile.»

Un colpo terribilmente basso anche per una spietata fanciulla demoniaca … cercò di recuperare il rapporto, ma purtroppo Dean non voleva proprio saperne.
Per Maila/Vampira, contemporaneamente alle delusioni personali, arrivò un durissimo e irrimediabile colpo riguardante il lavoro: nel novempre del ’54, solo dopo otto mesi di trasmissioni, il suo programma venne cancellato, a quanto pare per disaccordi tra l’attrice e la direzione della rete sui diritti legati al personaggio. Quasi a farlo apposta, nemmeno un mese dopo la chiusura dello show, la KABC lanciò una nuova presentatrice femminile di rassegne cinematografiche serali: Voluptua, bionda e leggiadra presentatrice di pellicole romantiche interpretata dall’attrice Gloria Pall … una figura totalmente contrapposta a quella oscura e inquietante di Vampira.
Per un certo periodo, poiché i diritti del personaggio appartenevano all’emittente televisiva, si ritrovò totalmente senza lavoro, tranne per poche eccezioni come uno spettacolo insieme al fenomenale Liberace a Las Vegas.
Come se non bastasse la morte di James Dean, avvenuta nel 1955 per il fatale incidente automobilistico, aggravò la sua situazione: per l’opinione pubblica era stata lei la perfida strega che aveva lanciato un incantesimo mortale all’amato attore e andava completamente ignorata … i soliti giornalacci scandalistici pomparono la pubblicità negativa nei suoi confronti; uno pubblicò persino una foto con lei seduta in un cimitero e con il sottotitolo «Raggiungimi Tesoro!» .
Ed Wood, il noto principe della spazzatura filmata propose ad una Maila Nurmi artisticamente in declino di rispolverare il personaggio di Vampira per il suo “Plan 9 From Outer Space”; lei lo conosceva già, gli aveva dato una mano qualche tempo prima presenziando ad uno spettacolo di beneficenza (in cui veniva proiettato il suo film “Bride of the Monster”) per aiutare l’ormai malato Bela Lugosi a sostenere le spese mediche. Accettò la parte con estrema perplessità chiedendo di restare muta per tutta l’apparizione poiché le battute scritte per lei da Wood le sembravano troppo assurde e patetiche; non doveva far altro che aggirarsi come uno zombie per un cimitero fintissimo con le lapidi di cartone in compagnia del gigantesco ex-lottatore Tor Jonson e del Dr. Tom Mason, il chiropratico che interpretava il defunto Bela Lugosi. Il film venne finanziato da una chiesa battista che impose il battesimo di tutto il cast e lo staff della produzione … vediamo se indovinate chi rifiutò tenacemente di battezzarsi … yez … proprio la nostra amica finlandese.

Dopo Plan 9 Maila Nurmi comparve in un paio di pellicole non proprio illuminanti. Interpretò tre piccoli ruoli in altrettante pellicole di Albert Zugsmith: nel 1959 impersonò la poetessa beatnik in “Beat Generation”, Gina in “The Big Operator” e nel 1960 la scienziata Etta Toodie nella commedia ricca di stars (tra cui Mamie Van Doren e il “canarino” Conway Twitty) “Sex Kittens Go to College”; in tutti i tre i films è presente anche Jackie Coogan, l’ex-Monello di Chaplin e futuro Zio Fester nella serie televisiva della “Famiglia Addams”. Nel 1962 impersonò una strega nella pellicola fantasy “The Magic Sword” dell’artigiano dei D-movies Bert I. Gordon. Nel ‘71 Ed Wood cercò di convincere Vampira a recitare nel suo ultimo film horror/soft-porno “Necromania”, lei rifiutò, sia perché al momento della richiesta era immobilizzata in un letto d’ospedale e sia perché la parte le risultava assai stupida.
Per parecchio tempo Maila scomparve quasi del tutto; ogni tanto i media parlavano di lei, ma solo in occasione di alcune sventure che la vedevano coinvolta (per esempio alcuni fans psicotici che la ossessionavano e cercavano di ferirla e un incendio in un salone di bellezza che le costò i capelli) e per giunta senza rinunciare a velenose dosi di ironia.
Dalla fine degli anni ‘70 i media ricominciarono ad interessarsi di lei, anche grazie alla riscoperta generale delle opere cinematografiche di Ed Wood e agli omaggi musicali di due gruppi punk (anche se con attitudini differenti) come i Damned (le dedicarono “Plan 9 Channel 7” contenuta nell’album “Machine Gun Etiquette del 1979) e i Misfits (dai solchi di “Walk Among Us” le cantarono una macabra serenata, “Vampira” appunto … Danzig e soci la incontrarono a Los Angeles nel 1982 per una session fotografica nel negozio di dischi “Vinyl Fetish” durante un loro tour nel 1982) : fu ospitata in diversi talk-shows televisivi, partecipò al cortometraggio “Bungalow Invader” e le venne proposto persino di far rivivere il suo show per la rete KHJ, ma il progetto finì nel dimenticatoio.
Di lì a poco sbucò quasi dal nulla Elvira (al secolo Cassandra Peterson), presentatrice di films horror per trasmissioni notturne proprio come lo era stata Vampira trent’anni prima; moltissimi elementi del suo look ricordavano la gloriosa regina del brivido dei ’50. Maila la denunciò per plagio … ma la causa non proseguì.
Negli anni ’80 gestì per un certo periodo “The Vampira Attic”, un negozio/laboratorio dove produceva gioielli e abiti di sua creazione con il marchio Vampira.
Oggi, quasi ottantenne, Maila Nurmi trascorre il tempo partecipando a conventions dedicate al cinema horror, disegnando abiti e gioielli e dipingendo autoritratti in panni da Vampira nei bei tempi andati e le sue versioni di alcune celebri icone del brivido come Elsa Lanchester (naturalmente in versione moglie di Frankenstein), Vincent Price e John John Kennedy.




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