mercoledì 24 settembre 2008

la risposta di Parente a Sgarbi


lettera di Parente a Dagospia, er mejo sito che ci sia

PARENTE: HA RAGIONE SGARBI. CHI NON VENDE È UN COGLIONE DA CESTINARE
SERPENTE: SI PUÒ SAPERE QUANTO VENDONO I LIBRI DI SUA SORELLA ELISABETTA?
TUTTI PUBBLICATI GENEROSAMENTE DA BOMPIANI DI CUI LA SGARBINA È EDITOR


Ciao Roberto, questa è una gentile lettera inviata alla Bompiani (per conoscenza a Dagospia), in attesa di gentile risposta.
Un caro saluto, continuando a "sbucciare piselli",
Massimiliano Parente


Massimiliano Parente
Gentile casa editrice Bompiani, sarete al corrente che molti testi fondamentali (tanto per citarne un paio la “Trilogia” di Beckett, o il “Contro Sainte-Beuve” di Proust), risultano introvabili, così come molti scritti critici e letterari basilari che gli studenti devono studiare in fotocopia, augurandoci che smettano del tutto di studiarli. L’editoria punta al guadagno immediato, e è giusto che sia così.

Il principio del pubblicare libri commerciali per venderli e libri di qualità per promuovere cultura “alta” (su cui puntare, come Mondadori con D’Arrigo) e venderli nel tempo, è solo una vecchia e desueta idea, non siamo certo ai pioneristici tempi di Valentino Bompiani. Oggi perfino Carlo Emilio Gadda lo prenderemmo volentieri a calci nel didietro, e mai lo sponsorizzeremmo come fece Livio Garzanti. Noi vogliamo vivere in un mondo felice e semplice, senza problemi. Ne sono convinto quanto voi, mi avete convinto voi.

Sto pertanto lavorando a un’inchiesta sul rapporto tra editoria e cultura, a partire da un noto, interessante e elegante pensiero del critico d’arte Vittorio Sgarbi secondo cui un editore, appunto, debba pubblicare solo ciò che vende (“è coglione chi non vende”), al contrario di quanto crede quell’illuso marxista di André Schiffrin (il nostro critico d'arte di fiducia lo definirebbe con più efficacia “rotto in culo”).

Di conseguenza, in maniera molto saggia e nobile, l’editore punta su autori non coglioni, per esempio (tanto per citarne una molto brava a titolo d’esempio) sulla nota Pulsatilla, perché vendibilissima, o al massimo sull’altrettanto noto scrittore e pensatore Scurati, mentre Marcel Proust al giorno d’oggi, scherziamo, potrebbe interessare solo la “piagnucolosa comunità gay” (cito il medesimo autorevole critico d’arte), per tacere di Leopardi che interesserebbe solo la noiosa comunità dei gobbi (di sicuro gay anche loro, visti gli equivoci rapporti intercorrenti tra il poeta e il suo amico Ranieri, come d’altra parte certe vocine circolano anche sul suddetto ingegnere Carlo Emilio, al quale un altro gay dichiarato di insuccesso commerciale, Arbasino Alberto, ha perfino dedicato un recente saggio stranamente, e per disdetta, di un certo successo).



Alberto Arbasino
© Foto U.Pizzi
Premesse queste incontestabili verità, vorrei pertanto sapere se, per agevolarmi nella presente inchiesta, potreste gentilmente offrirmi la Vostra preziosa collaborazione, e fornirmi, tanto per cominciare, i dati vendita dei seguenti libri non gay e “best seller”, vista la Vostra accuratezza e perseveranza nel pubblicarli: “Il pianto della statua”, di Reale Giovanni e Sgarbi Elisabetta, prezzo di copertina euro 45; “I misteri di Grunewald e dell’altare di Isenheim”, di Reale Giovanni e Sgarbi Elisabetta, prezzo di copertina euro 45; “Le nozze nascoste o la primavera di Sandro Botticelli”, di Reale Giovanni e Sgarbi Elisabetta, prezzo di copertina euro 45; nonché “La bicicletta incantata”, di Diego Marani e Sgarbi Elisabetta, quest’ultimo pensato per un pubblico ancora più vasto e mondiale, con addirittura una rara intervista alla regista (la quale, come è noto, non rilascia interviste) a cura del suo compagno e editor e aiuto regista Lio Eugenio, prezzo di copertina di soli euro 16.

Vi prego di specificare cortesemente i canali di promozione, gli eventuali patrocini, le vendite presso le librerie generaliste e specializzate, l’investimento complessivo della casa editrice, e le sicuramente cospicue adozioni universitarie, affinché si possa smentire l’idea che non è possibile pubblicare prodotti di grande spessore culturale come i succitati e al contempo guadagnarci, finendo perfino, come mi pare sia accaduto sempre per i succitati testi, in classifica di vendita. Ringraziandovi per la collaborazione, invio i miei più cordiali saluti,

Massimiliano Parente

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