domenica 31 agosto 2008

schizo-sinistra: rifondazione aiuta i rapitori del la Betancourt, Veltroni la invita a cena

"COSÌ RIFONDAZIONE AIUTÒ I RAPITORI DELLA BETANCOURT"
Omero Ciai per La Repubblica

Un Dossier del governo colombiano accusa Rifondazione comunista di aver avuto una relazione con le Farc che va oltre i semplici "contatti politici". Sulla base delle mail e dei documenti rinvenuti nei computer di Raul Reyes, il numero due della guerriglia ucciso il primo marzo, emergono appoggi espliciti, raccolta di fondi, scambio di informazioni e la vicenda di un rappresentante in Europa delle Farc che si ricovera in clinica in Svizzera a spese del partito.

In una email datata 4 dicembre 2004 Marco Consolo, allora incaricato dell'America Latina presso la sezione esteri del partito, scrive a Raul Reyes sulla nomina di Ingrid Betancourt "cittadina onoraria di Roma". Consolo che si firma come "Il suo amico dall'altra parte dell'Oceano" scrive: "Caso Ingrid. Come tu sai è diventata una questione fortemente internazionale. Nonostante il fatto positivo che significa per mantenere aperto lo spazio del negoziato (immagino che sia questa la tua valutazione) c'è il rischio concreto che diventi un boomerang...".

In seguito informa il vice capo delle Farc delle iniziative che Rifondazione sta proponendo al Comune di Roma a favore delle trattative tra governo colombiano e le Farc ma conclude "Devo dirti però che il sindaco (Veltroni, ndr.) è una stella del firmamento e, nonostante nel governo locale ci stiamo anche noi, fa olimpicamente tutto per conto suo senza neppure avvisarci...". Poi Consolo invia i saluti di Mantovani (allora capo della sezione esteri); invita un rappresentante delle Farc al Congresso del partito che però dovrà partecipare "bajo otro sombrero", ossia in incognito; ed accenna ad un caso personale del leader Farc, forse si tratta dei figli di Reyes, e consiglia la Spagna piuttosto che l'Italia come luogo dove possano essere ospitati.

Dal 2002 le Farc sono finite nella "lista nera" dell'Onu e dell'Unione europea e sono state dichiarate "organizzazione terrorista" sia per il sequestro dei civili - dopo la Betancourt, liberata da un blitz, nelle loro carceri ci sono ancora 700 ostaggi - , sia per il coinvolgimento nel traffico della cocaina e relazioni così fraterne non sono solo politicamente inadatte ma anche vietate e clandestine. Non è un caso che da un certo momento in poi, secondo il governo colombiano, i responsabili di Rifondazione cominciano ad usare dei nickname (Max e il Poeta) nelle loro comunicazioni con le Farc.

Insieme a Reyes il contatto di Rifondazione con le Farc è il loro rappresentante in Europa Lucas Gualdron. Grazie a Rifondazione che paga tutto (medicine comprese), Gualdron si ricovera in una clinica in Svizzera per qualche tempo. Poi scrive a Reyes e gli racconta tutto scrivendo che quelli di Rifondazione "hanno voluto tutte le ricevute". Ma il rapporto con Gualdron è molto fluido: si parla di politica, di iniziative comuni, di contributi, di altri membri delle Farc da aiutare in Italia. Ad un certo punto Gualdron informa di denaro raccolto per le Farc da Rifondazione e lo invia (una volta mille, un'altra volta 400 euro).

In un'altra email Reyes definisce "Ramon" un loro "appoggio speciale" in Europa e di Consolo scrive: "Con Marco Consolo abbiamo una relazione politica da molti anni e loro di Rifondazione ci forniscono un importante sostegno in Italia". In un altro messaggio Gualdron si dispera con Reyes perché ha saputo che Consolo sta per essere spostato ad altro incarico e teme di perdere "un contatto importante", ma poi si calma quando Consolo si reca a visitarlo in Svizzera e gli presenta il suo successore, (Fabio Damato, scrive Gualdron, ma si tratta di Fabio Amato) assicurandogli che tutto seguirà come prima.

Nella stessa riunione si parla del nuovo governo Prodi - siamo nel giugno 2006 - e Gualdron, nell'email a Reyes, cita Gennaro Migliore, nuovo capo del gruppo parlamentare di Rifondazione alla Camera, come "molto amico nostro" e gli ricorda che lo conosce perché si sono incontrati. Di D'Alema, ministro degli Esteri, Gualdron dice che Rifondazione propone: "di fronte al noto ego di D'Alema di scrivere una lettera direttamente a lui". E aggiunge che i suoi interlocutori adesso sperano di essere più efficaci nell'aiuto alle Farc perché c'è un vantaggio: "Rifondazione è indispensabile per formare il governo".

In tutto si tratta di due centinaia di documenti dai quali, secondo il governo colombiano, emerge un sostegno che va al di là delle "relazioni politiche" con un gruppo considerato "terrorista da Ue e Onu" e che teneva in ostaggio Ingrid Betancourt, circostanza della quale i funzionari di Rifondazione sembrano preoccuparsi solo perché può diventare "un boomerang". È come se lo spartiacque del 2002 non ci fosse. Fallite le trattative di pace quando il nuovo governo colombiano proibisce qualsiasi contatto con le Farc perché è ricominciata la guerra, Rifondazione fa finta di niente e prosegue segretamente i rapporti tanto che Consolo scrive a Reyes che spera di andarlo ad incontrare con una delegazione nella quale ci saranno "compagni più importanti di me". Rintracciato da Repubblica, l'ex responsabile della sezione esteri di Rifondazione, Ramon Montavani, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

sportivi criminali


Ultrà del Napoli padroni del treno
Ferrovie: "Danni per 500.000 euro"

Tafferugli a Termini. Cariche della polizia. Maroni chiede chiarimenti al questore di Napoli


Ultrà del Napoli padroni del treno Ferrovie: "Danni per 500.000 euro"
NAPOLI - Ritorna il campionato, e ritorna la violenza. Fazzoletti sul volto, brandendo bastoni e lanciando petardi, mille e cinquento ultrà del Napoli hanno assediato la stazione ferroviaria stamane alle 9. Hanno preso in "ostaggio" un treno e centinaia di passeggeri sono stati costretti ad abbandonare gli scompartimenti spaventati dalle loro violenze. Sotto gli occhi della polizia in assetto antisommossa.

Al rientro dalla capitale, nuovi tafferugli sono scoppiati nella stazione Termini: l'esplosione di un grosso petardo ha provocato un fuggi fuggi tra i passeggeri, mentre scontri con la polizia e il personale delle Ferrovie si sono accesi quando i supporter partenopei sono saliti sul treno senza pagare il biglietto. Un tifoso è rimasto ferito ad una mano. La Polizia ha caricato i tifosi ma la tensione in stazione non accenna a diminuire.

Lungo il viaggio di andata, da Napoli a Roma, i tifosi hanno devastato le carrozze, strappato le tendine; tagliato i sedili; infranti i finestrini e danneggiato i bagni. Alla fine, le Ferrovie hanno contato danni per 500.000 euro su 11 delle 15 vetture occupate dagli ultrà. Il ministro all'Interno Roberto Maroni ha chiesto chiarimenti al questore di Napoli. Martedì convocato il neocomitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive. E si riaccende il dibattito sulla sospensione delle trasferte: il Sindacato autonomo di polizia Sap chiede una risposta dura: "Stop alle trasferte e punire le società".

I DANNI SUL TRENO

Alla stazione di Napoli, stamane la folla di ultrà lanciava urla e minacciava violenze. Quattro controllori delle Ferrovie sono stati aggrediti e costretti a farsi medicare al pronto soccorso. Molti passeggeri hanno dovuto posticipare l'arrivo a casa di mezza giornata per colpa delle selvagge intemperanze dei tifosi napoletani. Nell'ultimo week end di agosto, in un giorno di controesodo da bollino rosso, il traffico ferroviario è piombato nel caos: treni in ritardo, coincidenze saltate, prenotazioni annullate.
Per le Ferrovie non avrebbero dovuto salire sul treno quei tifosi perchè non avevano biglietto. E' stata un'ordinanza urgente della Prefettura di Napoli a prescrivere all'azienda di farli viaggiare. "Motivi di ordine pubblico", ha scritto il Prefetto. Così le Ferrovie hanno aperto gli sportelli agli ultrà e hanno addirittura consigliato ai passeggeri che erano già sul convoglio ed erano diretti a Torino di scendere e trovare "un'altra soluzione".

sabato 30 agosto 2008

INTERCETTAZIONI DI FINE ESTATE


dal Corriere Online

Il brutto show da cancellare


di Sergio Romano

Puntualmente, alla fine dell’estate, la commedia delle intercettazioni (il più popolare reality show della politica italiana) si arricchisce di un nuovo episodio. La trama è ancora più arruffata e stravagante del solito. Sembra che i procuratori di Bolzano abbiano indagato negli scorsi mesi sulla vendita di un’azienda dell’Iri negli anni in cui l’Istituto era presieduto da Romano Prodi.

La vicenda risale al 1993, ma i magistrati ritengono utile occuparsene e decidono di intercettare le conversazioni telefoniche di una persona che fu braccio destro di Prodi all’Iri ed era, al momento delle indagini, suo consigliere a Palazzo Chigi. Speravano forse che i due interlocutori avrebbero parlato ancora, dopo tanti anni, di quella storia, ma scoprono, ascoltando, che il tema delle conversazioni è diverso (finanziamenti pubblici per un progetto scient i f i c o che i n t e r e s s a un’azienda farmaceutica) e che alcuni dei protagonisti sono legati da vincoli familiari con il presidente del Consiglio. I procuratori non hanno trovato ciò che cercavano, ma avrebbero deciso di inviare le intercettazioni alla Procura di Roma per l’eventualità che il caso meritasse una diversa indagine. E dalla Procura romana le conversazioni finiscono sulle pagine di un settimanale.

Questo, almeno, è quello che sembra comprendere leggendo ciò che è apparso ieri sulla stampa. Di fronte a una storia di questo genere un uomo politico di medio buon senso dovrebbe interrogarsi anzitutto sul funzionamento di un sistema giudiziario in cui i magistrati sono molto impegnati da vicende del secolo scorso. E dovrebbe concludere, subito dopo, che la pubblicazione di intercettazioni segrete è diventata una patologia italiana, un virus che, come quello di un computer, annebbia lo schermo e ingarbuglia, sino a renderlo incomprensibile, il discorso della politica nazionale. Il problema, in questo caso, non è l’eventuale responsabilità di un ex presidente del Consiglio, forse un po’ troppo sensibile agli affetti familiari (sarà accertata, se mai, dalla magistratura).

Il problema è se sia giusto tollerare che uno strumento d’indagine destinato a favorire la ricerca della verità venga usato per seminare dubbi, alimentare chiacchiere e attizzare polemiche. I magistrati avrebbero dovuto preoccuparsene per primi e trovare rimedi anche sul piano organizzativo e amministrativo. Se non lo hanno fatto, tocca alla politica con una legge che, in linea di principio, non è difficile immaginare e scrivere. Ma tutto diventa terribilmente complicato se la classe politica preferisce servirsi di questi incidenti soprattutto per colpire l’avversario o speculare sulle sue intenzioni. La responsabilità in questo caso mi sembra essere soprattutto dell’opposizione. Anziché dirsi pronta a discutere con la maggioranza il tenore della legge, la sinistra ha preferito sospettare in questa «fuga» un’operazione diretta a favorire i disegni del governo.

Lo stesso Prodi, dicendosi indifferente alla pubblicazione delle intercettazioni, ha dato la sensazione di volere svalutare i sentimenti di solidarietà offerti da Berlusconi. Ma questo è un problema nazionale che occorre affrontare con serietà e senza secondi fini. L’opposizione troverà altri temi su cui dissentire dal governo e fare le proprie battaglie. Sul problema delle intercettazioni ha il dovere di lavorare in Parlamento per una legge che spenga le luci accese su questo brutto reality show.

30 agosto 2008

discografici: fuga da iTunes


NEW YORK
I numeri sono dalla parte di iTunes. In cinque anni, il negozio di musica online di Apple, ha venduto 5 miliardi di canzoni, individuando anche una via legale alla diffusione di musica su Internet. Eppure molte case discografiche ipotizzano di togliere i loro artisti dal catalogo di iTunes, sostenendo che le sue regole di vendita, che consentono agli utenti l’acquisto di singole canzoni, compromettono il successo commerciale degli album interi, che porterebbero introiti superiori.

L’ultimo esempio, spiega il Wall Street Journal, è quello dell’album di Kid Rock, «Rock’n Roll Jesus», che la casa discografica Warner Music ha deciso di non distribuire su iTunes.
Il disco, uscito l’anno scorso, ha venduto solo negli Stati Uniti 1,7 milioni di copie, un successo, considerando il momento di crisi del settore. Visto il boom delle vendite Warner ha deciso la scorsa settimana di rimuovere da iTunes un album della cantante R&B Estelle, in vendita da un mese e una delle cui canzoni era entrata nella top ten dei singoli più acquistati su iTunes.

«iTunes ha trasformato l’industria della musica in un mercato di singoli», ha detto Ken Levitan, manager di Kid Rock. La sua ascesa, secondo Levitan, è stata tutt’altro che un fatto positivo per il settore. Cita l’esempio di «Rock’n Roll Jesus» e dell’enorme successo del singolo «All Summer Long»: «Se avessimo diffuso il disco su iTunes, molti utenti si sarebbero limitati ad acquistare All Summer Long», afferma Levitan. Col risultato che l’album non avrebbe venduto 1,7 milioni di copie negli Stati Uniti.

Tra i nomi che non si trovano in vendita su iTunes ci sono anche gli australiani Ac/Dc e i Beatles, i cui dischi trionfano ancora sugli scaffali degli appassionati di musica.

giovedì 28 agosto 2008

L'ULTIMA STREGA

dal Corriere Online

Riabilitata l'ultima strega d'Europa

Anna Göldi fu decapitata nel 1782 in Svizzera. Sotto tortura confessò un patto con il Diavolo.

Un ritratto di Anna Göldi
Un ritratto di Anna Göldi
BERNA - La Svizzera riabilita l'ultima strega d'Europa, Anna Göldi, decapitata il 13 giugno del 1782 nella piazza centrale di Glarona. Si tratta del primo caso al mondo: nessun parlamento, prima di quello del Canton Glarona, aveva mai riabilitato una persona condannata per stregonerie. Lo riporta il sito Swissinfo.

LA STORIA - Anna Göldi nasce nel 1734 nel canton San Gallo in una famiglia di modeste condizioni. Sin da giovane è costretta a lavorare come domestica. A 31 anni nasce il primo figlio, ma il piccolo muore la notte del parto. Secondo le leggi del tempo, Anna viene condannata alla gogna e agli arresti domiciliari per infanticidio. Dal 1780 inizia a lavorare per la famiglia di Johann Jakob Tschudi a Glarona. Poco tempo dopo la figlia dei Tschudi inizia a soffrire di convulsioni e, secondo la testimonianza dei familiari, a vomitare degli spilli. I Tschudi raccontano infatti che Anna metteva degli aghi nel pane e nel latte di una delle figlie, apparentemente per qualche rito magico. Tschudi la denuncia per stregoneria e avvelenamento. La domestica si difende dalle accuse e si rivolge ad un magistrato. Ma la condanna è inevitabile. Sotto tortuta confessa di aver stretto un patto con il Diavolo, che si è manifestato a lei sotto forma di un cane nero. In realtà la condanna formale è stata per avvelenamento e non per stregoneria. Anna viene decapitata sulla piazza di Glarona il 13 giugno 1782.

LIBRI E FILM - La storia di Anna Göldi è stata raccontata da un romanzo di Eveline Hasler («L’ultima strega» nell’edizione italiana) e da un film di Gertrud Pinkus del 1991. Nel 2007, in occasione del 225esimo anniversario dell’esecuzione, il giornalista svizzero Walter Hauser ha riaperto il caso di Göldi attraverso un altro libro, che ha avuto un ampio risalto tanto che stessa tv inglese Bbc ha dedicato un servizio alla storia dell'ultima strega. Nel libro, Hauser sottolinea il ruolo di Johann Jakob Tschudi nel processo e nella condanna della donna. Tschudi, infatti, appartneva ad una delle più influenti famiglie del Cantone. Sempre secondo l’autore, l'uomo avrebbe avuto una relazione sessuale con la sua domestica. Il processo di riabilitazione di Anna Göldi era iniziato nel novembre del 2007, quando il parlamento glaronese approvò una mozione, contro il parere del governo che riteneva fosse una decisione superflua e proponeva piuttosto uno studio storico sulla vicenda. Sempre l'anno scorso il consiglio sinodale della Chiesa riformata del canton Glarona - la condanna fu pronunciata da un tribunale riformato - aveva deciso di rinunciare ad un «atto formale» perché la vicenda è stata sufficientemente studiata e che nei fatti Anna Göldi è già stata riabilitata.

caviezeltv


http://caviezeltv.blogspot.com/

mercoledì 27 agosto 2008

ORTAGGI E IMBALLAGGI

da LA STAMPA ONLINE

ORTAGGI E IMALLAGGI
La denuncia della Coldiretti: il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, con i due terzi del totale, è l'agroalimentare
Gli imballaggi pesano sulle tasche e sull’ambiente «fino al 30 per cento sul prezzo industriale di vendita degli alimenti». È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che è soprattutto l’agroalimentare, con oltre i 2/3 del totale, il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio.

«Gli imballaggi gettati nella spazzatura - sottolinea la Coldiretti - sono aumentati dal 2000 ad oggi di oltre 1 milione di tonnellate (+9 per cento) anche se è cresciuta oltre il 66 per cento la percentuale di riciclaggio».

Nell’alimentare spesso il costo dell’imballaggio supera quello del prodotto agricolo in esso contenuto, «come nel caso dei fagioli in scatola - specifica coldiretti - dove l’imballaggio incide per il 26 per cento sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi si arriva al 25 per cento, per il succo di frutta in brick al 20 per cento e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10 per cento».

Coldiretti, dunque, consiglia di adottare comportamenti di acquisto consapevoli al momento di fare la spesa e favorire il consumo di prodotti che non producono imballaggi come l’acquisto diretto nelle aziende agricole o nei distributori di vino o di latte sfusi che consentono di risparmiare fino al 40 per cento rispetto al normale prezzo del latte fresco in vendita.

radio mia


da dagospia IL MEGLIO SITO CHE CI SIA

LE RADIO PRIVATISSIME – DALLA STANDA A MCDONALD’S, DA BNL ALLA METRO, IN MOLTI ORMAI HANNO LA PROPRIA EMITTTENTE “INTERNA” – MUSICA SUADENTE, BUONE NOTIZIE E SOPRATTUTTO NIENTE SPOT DEI CONCORRENTI…


Carlo Moretti per “la Repubblica”


Mario Resca di McDonald's Italia

È la radio che ascolti anche se non vuoi. Un tempo c´era la musica di sottofondo negli aeroporti o negli ascensori, e c´erano musicisti come Brian Eno che la teorizzavano, ma nessuno era ancora in grado di immaginare il possibile sviluppo commerciale di quelle sonorizzazioni.

Oggi c´è la radio per creare un´atmosfera sonora ideale da associare ad un marchio, fatta su misura per le esigenze del committente e dei suoi clienti: grandi magazzini, banche, centri commerciali, fast food. Si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale che solo in Italia ogni settimana raggiunge 20 milioni di ascoltatori. Secondo gli analisti, il mercato delle radio "in-store", come si chiamano in gergo, è destinato a crescere del 100% l´anno nei prossimi 3-4 anni.

Hanno già la loro radio dedicata, tra gli altri, i 350 punti vendita di McDonald´s, i supermercati Standa, Dìperdì e Gs, le agenzie della Bnl e di Intesa San Paolo, i centri vendita all´ingrosso Metro. Non si tratta di sola musica, anche se molti provider offrono solo questo tipo di servizio. Le grandi catene cercano invece un prodotto editoriale completo che accanto alla musica offra anche notiziari e rubriche in linea con gli interessi dei propri clienti: così mentre si fa il massaggio ci sarà la rubrica sulle nuove tecniche di ginnastica rassodante, ma anche l´inserzione pubblicitaria per la crema appena lanciata sul mercato. E la musica sarà rassicurante.


Il fenomeno non è solo italiano: in America uno dei più importanti provider si chiama "Muzak", in Francia c´è "Mood Media" che vanta tra i 50 e i 60 milioni di euro di fatturato l´anno e 90 mila clienti in tutta Europa; in Italia, accanto a 25 società che curano per i propri clienti solo la messa in onda della parte musicale, il leader del mercato è Skyrec che può contare su una clientela di grandi catene o sulle reti di negozi in franchising. Skyrec proprio in questo periodo sta concludendo accordi per passare dalla radio alla tv integrata: ascolti la musica e intanto dagli schermi appesi alle pareti del ristorante ti raggiungono le immagini del video musicale e in sovrimpressione anche le ultime notizie, realizzate dalla redazione di una testata giornalistica registrata.

Ma se sei da McDonald´s ci saranno solo buone notizie, se ti trovi invece in fila ad uno sportello di Intesa San Paolo puoi star certo che non ascolterai mai notizie di Borsa. «Sono indicazioni che arrivano dai clienti e che vengono poi realizzate dalla nostra redazione» spiega Enzo Palazzolo, presidente di Skyrec, presente sul mercato italiano dal 1988, 6 milioni di euro di fatturato l´anno, 11 radio realizzate per altrettante catene di vario genere «Abbiamo bisogno di quelle indicazioni, come anche di quelle che riguardano le scelte musicali, per mettere a punto il miglior prodotto editoriale su misura del nostro cliente».

Ovviamente non manca la pubblicità, che ogni cliente può decidere di allargare ad inserzionisti esterni dividendone il ricavato con il provider. L´unica pubblicità al bando è quella dei potenziali concorrenti: «È proprio una delle ragioni per cui nel 1998 abbiamo voluto realizzare radio McDonald´s», spiega Massimo Barbieri, Corporate affairs manager in Italia per la catena di fast food «Perché innanzitutto questo servizio offre il massimo controllo sui contenuti della diffusione sonora nei nostri punti vendita. Anni fa - continua Barbieri - «il personale di ogni McDonald´s usava i cd musicali e le radio che più preferiva, così poteva accadere di ascoltare la pubblicità di un nostro diretto concorrente. E anche se non intendiamo la radio in-store come fattore di convincimento, si fanno ovviamente le promozioni per i nostri prodotti».

Decisivo, ammette Barbieri, «che la radio sia piacevole per i 500-600 mila clienti che ogni giorno entrano nei nostri punti vendita. La radio dev´essere parte di un´esperienza di shopping gradevole ma dev´essere anche gradita dal nostro personale, altrimenti al mattino nessuno si ricorderà di accenderla».


Dagospia 26 Agosto 2008

lunedì 25 agosto 2008

stop al furto del laptop

dal CORRIERE ONLINE

L'idea di un gruppo di ricercatori dell'Università di Washington
Il programma trova la rete a cui il computer viene collegato

C'è un software salva notebook
"Ritrova il pc rubato con un clic"

Sui Mac si può ottenere la foto del ladro. Presto la versione per cellulari


C'è un software salva notebook "Ritrova il pc rubato con un clic"

Foto test realizzate da Adeona

ROMA - Il furto di computer portatili è una pratica sempre più diffusa: basta un attimo di distrazione al bar, al parco o sulla metropolitana per vedere sparire il proprio notebook e con lui la tesi di laurea quasi conclusa, il progetto da consegnare in ufficio il giorno dopo e tutti i dati e le foto conservati gelosamente. Per trovare una soluzione a questo problema, un gruppo di ricercatori dell'Università di Washington, assieme ad alcuni colleghi dei campus della California, hanno dato vita ad "Adeona", un software pensato apposta per rintracciare il proprio computer.

Adeona. Il programma, che prende il nome dalla dea romana protettrice del ritorno, è il primo nel suo genere ad essere fornito gratuitamente e sotto una licenza GPL, quindi open source. Come dichiarano dalla home page del progetto i suoi creatori, i punti di forza di Adeona sono tre: rispetto della privacy, affidabilità e, appunto, la sua natura open source.

Il funzionamento. Il funzionamento di Adeona è semplice: il programma, eseguito in background, registra l'indirizzo IP attraverso cui la macchina è collegata alla rete. L'indirizzo viene poi crittografato e inviato a un sistema distribuito, pronto ad essere recuperato in caso di necessità: a differenza dei suoi predecessori, forniti a pagamento da aziende specializzate, Adeona non prevede l'invio dei propri dati ad un server centrale privato. Grazie all'indirizzo IP, è possibile rintracciare geograficamente il luogo da cui il nostro pc ha avuto accesso alla rete, ed andare a recuperarlo.

Quest'ultimo passaggio tuttavia, come consigliano gli stessi programmatori, è meglio lasciarlo fare alle forze dell'ordine, evitando di vestire i panni dei super eroi.

Come usare Adeona. Per utilizzare Adeona, basta andare nella pagina del download, scaricare il programma (dal peso di circa 2 Mb) ed installarlo. Il software è disponibile per i sistemi operativi Windows Vista e Xp, Mac OS X e Linux. Una volta installato, il programma chiede all'utente di scegliere una password, che servirà per criptare e decriptare i dati. Nella malaugurata ipotesi che qualcuno si appropriasse del pc, basterà così installare Adeona su un'altra macchina ed utilizzare la propria password per reperire i dati che ci servono. Nella versione per i sistemi Apple, è anche prevista un'opzione aggiuntiva: si può impostare il programma affinchè scatti con regolarità una foto con la webcam integrata, che immortalerà il malvivente responsabile del furto.

I punti deboli e i piani futuri. Purtroppo Adeona ha diversi punti deboli. Per funzionare è infatti necessario che il ladro si colleghi ad internet, che non disinstalli l'applicazione o che non formatti l'hard disk. Inoltre il software è ancora in fase beta (versione 0.2.1a), con numerosi bug da sistemare. Nonostante le limitazioni, i programmatori sono fiduciosi di poter migliorare la loro creatura. Tra le modifiche in arrivo una procedura di disinstallazione più complicata, il mascheramento del programma sulla task manager e soprattutto una versione pensata ad hoc per i cellulari, perchè anche i possessori di un iPhone possano dormire sonni tranquilli.

(25 agosto 2008)

domenica 24 agosto 2008

ARTE AL CUBO






UN EVENTO, TANTI EVENTI: ARTE AL CUBO


Arte al Cubo è una manifestazione, giunta alla seconda edizione, organizzata dall’omonima Associazione Culturale e di Promozione Sociale – Arte al Cubo Eventi (www.artealcuboeventi.it) – e da Tribe Società Cooperativa, che intreccia una pluralità di linguaggi artistici (pittura – poesia – scultura – fotografia – cinematografia – letteratura – musica – editoria – filosofia – performance) in un format coinvolgente, articolato in: mostre, salottini culturali, esibizioni musicali, proiezioni di cortometraggi, reading di poesia, dibattiti.
Anche quest’anno il titolo della manifestazione è molto evocativo, essenzialmente metafisico: Memorie del Sogno. Fili rossi di questa tre giorni sono la dimensione mnemonica, il ricordo o la memoria e la dimensione onirica, del sogno. Un’infinità di artisti (ben trentacinque) e docenti universitari provenienti da diversi atenei del nostro paese si ritroveranno in una location elegante e suggestiva nel cuore barocco di Acireale
Gli incontri culturali (con importanti scrittori, poeti, filosofi, registi, esperti di comunicazione, storici) sono organizzati dal Direttore Generale della manifestazione Antonio Di Giovanni e da un ricco comitato scientifico di docenti universitari. Le mostre di pittura, fotografia, scultura, installazioni e video con 35 artisti da tutta l’Italia, sono curate dall’eclettico Direttore Artistico Giovanni Caviezel, docente universitario milanese e autore di programmi Rai, e da Alessandro Fangano e Vanessa Viscogliosi della Società Cooperativa Tribe. L’evento avrà luogo ad Acireale dal 12 al 14 settembre 2008 (con orario di apertura al pubblico dalle 16:00 alle 24:00) in via di Sangiuliano 15, presso il Chiostro dell’Ex Liceo Classico Gulli e Pennisi, accanto la Biblioteca-Pinacoteca Zelantea.
L’inaugurazione è prevista per le ore 18:00 del 12 settembre 2008.

venerdì 22 agosto 2008

veduta

© 2008 giovanni caviezel

LADRI DI PASTA


Pasta aumentata del 30,4% in un anno

Crescita dei prezzi a due cifre anche per pane (+13,2%) e latte (+11,8)

BOICOTTATE I PASTAIOLI LADRI
RISO E PANE IN CASSETTA CONTRO GLI SPECULATORI DEL VIVERE QUOTIDIANO

Sciopero del pane il 18 settembre. Intanto è stato fissato per il 18 settembre lo sciopero della spesa, l'iniziativa di protesta proclamata da Intesa consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) a cui ha già aderito l'associazione Codici, che quest'anno si tradurrà in un invito da parte delle associazioni a non acquistare il pane. «L'allarmante crisi economica che attraversa l'Italia e impoverisce sempre di più le famiglie - spiegano le quattro associazioni, rendendo nota la data dell'iniziativa - necessita di una dura lotta, ferme prese di posizione e la partecipazione di tutti. L'incessante escalation dei prezzi, soprattutto per i principali generi alimentari, continua infatti ad impoverire e a stremare i cittadini».

mercoledì 20 agosto 2008

torna la Polaroid

da Kataweb

Polaroid, ritorno al futuro

La storica macchina fotografica a sviluppo istantaneo avrà la sua versione moderna: tutta digitale e con la possibilità di stampare subito le immagini scattate. Ma i dettagli sono ancora sconosciuti
Una certezza per l'immediato futuro: la Polaroid, intesa come macchina fotografica a sviluppo istantaneo, tornerà tra noi. Non è passato molto tempo dalla chiusura degli stabilimenti che producevano l'instant film, la pellicola in dotazione esclusiva ai modelli storici di Polaroid. Ma l'azienda non ha mai cessato di esistere e produrre, combattendo nel settore professionale ma anche sull'aspro terreno delle fotocamere compatte di fascia consumer.

Entro Natale arriverà sul mercato la nuova versione della macchina fotografica più ambita degli anni 70 e 80 (nella foto, uno dei primissimi modelli). Sarà simile nel funzionamento ad una moderna digitale tascabile ma potrà stampare immediatamente, solo su richiesta dell'utente, le immagini contenute in memoria. Sicuramente un gadget che non può non piacere, in questi tempi in cui molti prodotti "cult" del passato (la Cinquecento, il Walkman...) tornano in vita in forma contemporanea.

Per ora delle specifiche tecniche si sa pochissimo. Dall'azienda lasciano trapelare che con buona probabilità sarà una macchina da 5 Megapixel con 128 mega di memoria interna e ovviamente lo slot per SD card. Il dettaglio più importante è però che la nuova Polaroid sarà la prima di una tipologia di prodotti. Insomma il glorioso marchio dello "scatta e stampa" tenta il rilancio sul mercato in grande stile.

Il formato di stampa delle foto sarà il classico 4x3 pollici, come nelle Polaroid "vintage". Dalle indiscrezioni, anche l'estetica del nuovo apparecchio richiamerà il classico stile dell'azienda.
L'ultimo prodotto "moderno" di Polaroid è finora il Pogo, una ministampante fotografica Bluetooth, che può ad esempio essere usata per stampare le immagini scattate con un telefonino, ma anche delle foto a risoluzione più alta da un computer. Riuscirà la nuova macchina fotografica a sviluppo istantaneo a trovare uno spazio sul mercato? Sarà solo un gadget o potrà aprire un nuovo segmento di mercato? Invia la tua opinione

(19 Agosto 2008)

PIRATI DISASTRATI

File-sharing, dichiarata guerra ai 'pirati'

Cinque società che producono videogiochi hanno chiesto gli indirizzi di 25mila persone sospettate di scaricare file

MILANO - Qualcuno ha deciso di dichiarare guerra alla pirateria online. Questo qualcuno ha il volto (e la potenza) di cinque grandi compagnie di videogiochi: Topware, Atari, Reality Pump, Techland e Codemasters. Una battaglia "epocale", dato che si stima che nella sola Inghilterra siano 6 milioni le persone che abitualmente scaricano illegalmente giochi dal web. Per fare un confronto, l'industria musicale inglese in dieci anni è riuscita a rivalersi "solo" su 150 persone.

Un'immagine del gioco Dream Pinball 3D
Un'immagine del gioco Dream Pinball 3D
MULTA RECORD - La prima ad essere colpita è una donna inglese, disoccupata e madre di due bambini. La sua colpa: aver scaricato una copia di Dream Pinball 3D, un videogame della Topware Interactive. Ora deve pagare sedicimila sterline, tra multa e spese legali. Sarebbe stato decisamente più economico comprare il gioco in un negozio. Isabela Barwinska è stata portata in tribunale dalla stessa Topware e - secondo il Times - altre migliaia di persone rischiano di fare la stessa fine. Unica scappatoia: le cinque società hanno deciso di proporre ai "colpevoli" un accordo per evitare il processo, ovvero pagare 300 sterline. Chi si rifiuterà di farlo, finirà davanti al giudice.

CACCIA AI SOSPETTI - Le cinque aziende hanno fatto cartello e, rappresentate da un unico studio legale, il Davenport Lyons, si sono appellate all'Alta corte per ottenere dagli internet provider i nomi e gli indirizzi di 25mila persone sospettate di scaricare file illegalmente. I dati di altri 5mila, la cui colpevolezza è già stata accertata, sono già in loro possesso. A spingere le società produttrici di videogiochi ad un giro di vite così violento è stata l'enorme quantità di copie illegali dei loro prodotti. Nelle prime due settimane dalla sua uscita sul mercato, Dream Pinball 3D è stato acquistato legalmente soltanto da 800 persone, ma scaricato da ben 12mila. Secondo il portale Peerland, che ha monitorato i giochi scaricati su tre siti di file-sharing, Operation Flashpoint è stato scaricato da 691.324 persone in una sola settimana.

domenica 17 agosto 2008

HITCH APPARE VESTITO DA DONNA IN "INTRIGO INTERNAZIONALE"

da Repubblica online

Hitchcock: scoperto cameo, vestito da donna

In 'Intrigo internazionale' del '59 si vede una signora in treno che ha tutta l'aria di essere il regista, che amava fare fugaci apparizioni. E sarebbe la prima volta in abiti femminili

venerdì 15 agosto 2008

RIMINI: LA SPIAGGIA POP


PER I TUOI OCCHI BLU


giovanni caviezel
per i tuoi occhi blu

sara
la compagna delle rose
festa per chi la fa
tango d'amore latino
chiara, vent'anni è zucchero
madonna fortuna
note pozioni
per i tuoi occhi blu
ti conosco, capitano
la voce delle onde
nella casa di milena

produzione: giovanni caviezel
tecnico del suono: walter biondi

calicanto edizioni
2008

ASCOLTA E SCARICA GRATUITAMENTE 5 BRANI SU
http://www.myspace.com/giovannimariacaviezel

mamme blogger again

Mamme, la riscossa parte dai blog
E il diario online diventa un business

Nati per non perdere amicizie e vita sociale, ora i siti al femminile conquistano la pubblicità in rete


MILANO - Gli angeli del focolare si scatenano su Internet. Mamme sempre più indaffarate, assorbite dal lavoro, dalla cura di figli e famiglia hanno trovato nel web un’àncora di salvezza. Per non essere trascinate lontano da amicizie, vita sociale, interessi hanno aperto blog (diari online) dove pubblicano storie, informazioni, punti di vista e soprattutto suggerimenti. Alcuni siti sono gettonatissimi. Così ora le opinioni scritte da madri e mogli per altre donne hanno suscitato anche l’interesse di inserzionisti ed esperti di marketing.

yobusted, gente comune paparazzata

Il sito Yobusted raccoglie scatti di persone "normali" in momenti più o meno imbarazzanti
Ma c'è anche Methodizaz.com: ti iscrivi e un fotografo ti segue e ti immortala

Sul web paparazzi improvvisati
E la gente comune diventa "vip"

di BENEDETTA PERILLI


Sul web paparazzi improvvisati
E la gente comune diventa "vip"" width="230">
HANNO fatto piangere una mondanissima starlet come Sienna Miller, Los Angeles ha dichiarato loro guerra mentre Berlino li celebra con la prima mostra fotografica dedicata ai fotografi più odiati del mondo. Sono loro, i paparazzi, da cinquant'anni croce e delizia di divi e divetti di mezzo mondo. L'ultima stangata però arriva dal web. E se le star diventassero per un giorno le persone comuni, casalinghe, studentesse o impiegati che siano? Chi si occuperebbe di scattare loro foto imbarazzanti e peccaminose? Ma gli utenti naturalmente.

La riscossa della gente comune parte dal sito americano Yo Busted, letteralmente "sei stato beccato", ed è a metà strada tra il gioco e il sadismo più puro. Non ricordate più che fine ha fatto quell'immagine che vi ritrae abbracciata tra due omaccioni vestiti da cow-boy? O quell'altra che mostra i postumi di una bella sbronza smaltiti su una panchina in un parco? Beh, è arrivato il momento di aprire i cassetti e cancellare le prove prima che qualche amico pubblichi le vostre immagini più piccanti su yobusted.com.

LA GALLERIA FOTOGRAFICA

Scorretto e sconveniente? Darà adito a diffamazioni o brutti scherzi? Poco importa. Lo scopo è quello di sentirsi per un giorno importanti come un divo hollywoodiano. Come Madonna che si scopre sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo beccata mentre esce da un incontro di Kabbalah con gli zigomi scavati e le braccia ossute. Come Lindsay Lohan finalmente catturata in un bacio saffico con la compagna Samantha Ronson. E se lo fa Lindsay perché non può farlo anche la bionda studentessa di medicina Whitney Valins? Ventiquattro anni, sconosciutissima, ammicca sexy nella foto che la ritrae con un'amica bruna in atteggiamenti inequivocabili. Lei, la bella Whitney, avrà scoperto di essere stata paparazzata proprio come avviene a tutti gli utenti che vengono inseriti anonimamente nel database di Yo Busted, ovvero con un mail altrettanto anonima che recita: "Beccato".

Improvvisarsi paparazzo non è mai stato così facile. Feste, vacanze, cene tra amici. Ogni occasione diventa un momento per catturare immagini sconvenienti. Perché le attenzioni sono riservate solo alle celebrità? Recita così lo slogan di Yo Busted, che si propone come primo motore di ricerca di immagini e video di gente comune. Con una semplice ricerca effettuata attraverso parametri come nome, città, stato, età o professione sarà possibile verificare la propria presenza all'interno del sito. E proprio come avviene nello show business anche qui, per ripulire la propria immagine, non serve altro che un po' di denaro. Per chi vorrà eliminare foto sconvenienti basterà iscriversi al sito. Combattere contro i paparazzi per le persone comuni costa solo nove euro.

giovedì 14 agosto 2008

sequestro Orlandi-trovata l'auto?

dal Corriere Online

«Sequestro Orlandi, ecco l’auto». Parcheggiata da 13 anni

Trovata la Bmw indicata dalla teste Minardi per il trasporto di Emanuela. Era di un boss della Magliana

ROMA—C’è un nuovo colpo di scena nella vicenda di Emanuela Orlandi, rapita e scomparsa a Roma all’età di 15 anni il 22 giugno 1983. Dopo Sabrina Minardi, la supertestimone, un’altra persona ha deciso di confidarsi con gli inquirenti. È accaduto durante uno degli ultimi interrogatori: «Andate al parcheggio di Villa Borghese, il parcheggio sotterraneo. Là troverete la macchina, la Bmw che state cercando... ». Una rivelazione precisa, senza tentennamenti. La Squadra Mobile è andata sul posto e l’ha trovata. Sì, è proprio la Bmw 745i di color grigio scuro di cui parlò nei mesi scorsi Sabrina Minardi, l’ex moglie del calciatore della Lazio Bruno Giordano, poi diventata la donna di Enrico De Pedis, detto «Renatino», il boss della Banda della Magliana. La Scientifica la sta già esaminando palmo a palmo alla ricerca di qualche traccia di Emanuela. Potrebbe essere un passo avanti importantissimo per l’inchiesta della Procura di Roma, diretta da Giovanni Ferrara.

«Renato e Sergio me la misero in macchina — raccontò agli investigatori nei mesi scorsi la Minardi, che era alla guida di quella Bmw—La ragazza era frastornata, confusa. Piangeva, rideva. Le avevano tagliato i capelli in maniera oscena. Mi disse: Mi chiamo Emanuela...». In quell’occasione — già qualche tempo dopo il rapimento—secondo la Minardi lo stesso De Pedis le chiese di accompagnare la Orlandi con quella Bmw dal benzinaio del Vaticano, dove l’aspettava a bordo di una Mercedes targata Città del Vaticano un uomo distinto, che la supertestimone non ha esitato a descrivere con l’aspetto di un prete, un monsignore.

A rivelare l’ultima novità è il settimanale Visto, oggi in edicola, che pubblica anche la foto dell'auto ritrovata. Ma il particolare che ha suscitato molte perplessità a Palazzo di Giustizia è che la Bmw risulta parcheggiata a Villa Borghese dal 1995: il ticket d’ingresso parla chiaro, cioè ben dodici anni dopo il rapimento e senza che nessuno in questi 13 anni che nel frattempo sono passati si sia mai insospettito per quell’auto abbandonata. Inoltre, secondo Visto, «dai primi accertamenti risulta che il primo proprietario dell'auto sia stato Flavio Carboni, l'imprenditore indagato e poi assolto nel processo di primo grado nell'inchiesta sulla morte del banchiere Roberto Calvi. La Squadra Mobile di Roma sta ancora analizzando l'automobile ma si è già saputo che ha trovato tracce interessanti».

Non è tutto, però. Se è vero che il primo proprietario dell’auto è Flavio Carboni, l’ultimo intestatario della vettura risulta essere un ex appartenente alla Banda della Magliana, ma non De Pedis. Ora, naturalmente, gli agenti della Scientifica stanno già setacciando l’auto nella speranza di trovare qualcosa, anche solo un capello, che possa portarli, venticinque anni dopo, a scoprire la verità sulla sorte della ragazza scomparsa (secondo la Minardi, il corpo chiuso in un sacco fu gettato da Renatino dentro una betoniera a Torvajanica). Forse si tratta anche della stessa macchina utilizzata per il rapimento (quel 22 giugno di 25 anni fa un vigile urbano sostenne di aver visto Emanuela entrare proprio in una Bmw scura davanti al palazzo del Senato). Quello che è certo è che l’ultima scoperta costituisce un puntello solidissimo al racconto dell’ex donna di De Pedis, anche se in molti punti rimane ancora oscuro e sgangherato: «Io a monsignor Marcinkus a volte portavo le ragazze lì, in un appartamento a via di Porta Angelica. Lui era vestito come una persona normale. C’era poi il segretario, un certo Flavio...».

Fabrizio Caccia
14 agosto 2008

mercoledì 13 agosto 2008

la crociata di FC

DIETRO LE POLEMICHE ANTI-CAV. UN CALO DI VENDITE DEL SETTIMANALE DI SCIORTINO
Carlo Marroni per Il Sole 24 Ore

È un rapporto stretto e di lunga data quello tra Benedetto XVI e «Famiglia cristiana». Ci scriveva da teologo di Ratisbona e la sua autobiografia " La mia vita" è stata pubblicata dalla San Paolo. Non solo: uno dei suoi allievi è stato proprio il professor Elio Guerriero, vicedirettore delle edizioni San Paolo, e direttore della rivista internazionale di teologia "Communio", fondata da Joseph Ratzinger. Un rapporto così stretto che il 1گttobre 2005, da pochi mesi salito al soglio di Pietro, il Pontefice aveva ricevuto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico la Famiglia paolina, guidata dal superiore generale don Silvio Sassi.Era la prima udienza concessa dall'inizio del pontificato a una congregazione religiosa, e queste cose nella Chiesa hanno il loro valore. Nel suo discorso aveva citato espressamente per ben due volte «Famiglia cristiana».

Protagonista in queste settimane di dure polemiche politiche, innescate da una serie di editoriali al vetriolo, il settimanale dei paolini è da sempre uno dei punti di riferimento della stampa cattolica. Ma è dalla fine degli anni 70 che gradualmente compie il salto e si rivolge a tutte le famiglie, tanto che la diffusione si impenna e cala la percentuale di vendita nelle parrocchie rispetto agli abbonamenti, oggi circa 380mila, e la vendita in edicola, attorno alle 100mila copie ( in tutto 630mila). Ma negli ultimi tempi le cose non vanno più tanto bene.

Il Cardinale Camillo Ruini
© Foto U.Pizzi

«Famiglia cristiana sta subendo una forte crisi di vendite – spiega l'amministratore unico del Gruppo San Paolo, don Vito Fracchiolla – e se prima i suoi utili contribuivano a tenere in vita anche gli altri 13 periodici del Gruppo, adesso riescono appena a coprire le spese della rivista». Dal1 agosto2008 sono state chiuse tutte le redazioni locali dei periodici paolini e le attività sono state concentrate su Milano ».

la casta pro-fannulloni

LA SOLITA ALTRA CASTA DIFENDE. NON I LAVORATORI, MA I FANNULLONI – LA CGIL DIFENDE QUELLO CHE TIMBRAVA PER GLI ALTRI SETTE E DIFENDE I SETTE CHE, CHISSÀ, ANDAVANO AL MARE O AL BAR IN ORARIO DI SERVIZIO…


L’ALTRA CASTA
La Stampa - La solita altra casta difende. Non i lavoratori, ma i fannulloni. Difende quello che timbrava per gli altri sette e difende i sette che, chissà, andavano al mare o al bar in orario di servizio. O, come spiega la solita casta, volevano solo guadagnare tempo per riuscire a prendere il treno e rincasare. La solita casta, però, dimentica di dire una parola in favore degli otto che prenderanno il posto dei licenziati. Questo dovrebbe fare un sindacato, se non vuole esser casta.

martedì 12 agosto 2008

tarocchi cinesi

LA BIMBA CHE CANTÒ ALL'INAUGURAZIONE? UN BLUFF. LA VERA AVEVA I DENTI STORTI
UN'ALTRA PICCOLA “BUGIA” CREATA DOPO L'AMMISSIONE DEI FALSI FUOCHI D'ARTIFICIO
“ABBIAMO FATTO LA SCELTA GIUSTA PER LA NAZIONE”, DICE IL DIRETTORE DI CERIMONIA




Corriere.it

Ha soltanto mimato le parole della sua canzone patriottica la bimba cinese che, fasciata in un elegante abitino rosso, durante la cerimonia d'inaugurazione dei Giochi Olimpici di Pechino stregò i novantamila spettatori dello stadio nazionale «Nido d'Uccello». Non solo si trattava di un mero play-back, ma non era nemmeno dovuto a lei: l'angelica vocina che risuonò nel maestoso impianto non apparteneva infatti a Lin Miaoke, 9 anni, ma a un'altra bambina. Un'altra piccola «bugia» creata ad arte per l'inaugurazione dopo l'ammissione dei falsi fuochi d'artificio.

Lo ha dichiarato alla televisione di stato il direttore musicale della cerimonia, Chen Qigang. La piccola era stata selezionata per apparire in pubblico, e si esibì in un momento-chiave dello spettacolo durato oltre tre ore, diventando subito una mini-star internazionale. Peccato che la voce appartenesse invece a Yang Peiyi, più giovane di due anni, faccino paffuto ma dentatura irregolare: dunque assolutamente non abbastanza telegenica per sedurre la platea mondiale. «Abbiamo fatto la scelta giusta per la nazione», ha dichiarato Chen. «L'immagine nell'obiettivo doveva essere impeccabile, espressiva e in linea con il sentimento nazionale. Lin Miaoke aveva queste caratteristiche, ma in termini di voce era Yang Peiyi.

no major for soko

da repubblica online


Non ha mai fatto un disco ma le sue canzoni sono state scaricate
da quasi 3 milioni di persone. E ora la folla arriva ai concerti

Esplode sul web il fenomeno Soko
E Parigi la incorona star

dal nostro inviato ANAIS GINORI


Esplode sul web il fenomeno Soko
E Parigi la incorona star " width="230">
PARIGI - Non ha ancora mai registrato un disco ma è il fenomeno musicale del momento in Francia. Fino a un anno fa nessuno conosceva Soko, ragazza di Bordeaux che strimpella in inglese melodie folk e ironiche. In pochi mesi, senza promozione né casa discografica, la giovane ha sbancato: oltre 2,2 milioni di persone hanno scaricato le sue canzoni dalla pagina di MySpace.

Intanto Soko ha già girato il paese in tournée riempendo ogni volta i locali, è prenotata per concerti in Inghilterra e Australia, E per il momento ha rifiutato tutte le proposte delle major. Vuole continuare a diffondere le sue canzoni (più di cinquanta in un anno) attraverso Internet e la sua casa di produzione (Baby Cat Records) per consevare la sua indipendenza.

La sua prima canzone, "I'll kill her", è stata registrata sul telefonino. Stephanie Sokolinski - questo è il suo nome per intero - voleva regalarla ad amico. "Avevo chiesto a mio fratello di accompagnarmi un po' con la chitarra". Per caso, un dj danese l'ha scoperta. Lei, 22 anni, ha continuato a registrare le sue ballate e i suoi pezzi, come 'I Think I'm pregnant', sono diventati dei tormentoni. Il Times l'ha definita una ragazza "molto carina dalla parola spigliata e la mente ancora più maliziosa". Le Monde l'ha appena consacrata come una star. "E' uno dei migliori esempi della nuova generazione di cantanti senza case discografiche". Il regista Xavier Giannoli l'ha voluta per recitare nel suo prossimo film, "Je suis parti de rien", "Sono partito da zero": la sua storia.

venerdì 8 agosto 2008

il "Montauk", capitolo 2

«Il Montauk? Una trovata pubblicitaria»

Le rivelazioni di due siti: «Il mostro è un arredo scenico usato per un film». La carcassa è stata «trafugata»


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK – Nuovo, bizzarro capitolo nella saga del misterioso «Mostro di Montauk»: il sito web di uno studio di produzione hollywoodiano, Splinterheadsmovie.com, dichiara di aver «scippato» la fantomatica carcassa della creatura che, ad oggi, resta ancora senza un nome. «Abbiamo il Mostro di Montauk», proclama il sito, accanto alla foto della fantomatica bestia "celebrity" che da settimane infiamma il Web.

IL MOSTRO E IL SET - A trafugare il cadavere di quello che potrebbe essere un cane, una tartaruga, un procione o una nutria, sarebbe stata la troupe di «Splinterheads», un film del produttore newyorchese Darren Goldberg, attualmente in lavorazione a Patchogue, 96 chilometri a est di Manhattan, non lontano da dove il mostro è stato rinvenuto a metà luglio, in una esclusiva spiaggia di East Hampton. La tesi del furto è avvalorata da due siti web locali: montauk-monster.com e sersenpark.com. Secondo quest’ultimo l’animale è «quasi sicuramente un arredo scenico usato da Goldberg in Splinterheads».

«TROVATA PUBBLICITARIA» - «Il Montauk Monster non è altro che una trovata pubblicitaria», spiega il sito, citando una misteriosa fonte vicina a Goldberg, tale Tonya, sicura che «il mistero dell’estate verrà svelato quando il film uscirà nelle sale, all’inizio del prossimo anno». A confermare la tesi dello scippo è anche Eric Olsen, l’agente immobiliare di East Hampton che il mese scorso aveva scoperto per primo la misteriosa carcassa e continua a giurare che si tratta di un animale vero e non di un abile lavoretto di Photoshop, come ha suggerito qualcuno. «Me l’hanno trafugata - ha spiegato al giornale locale The East Hampton Star -. E adesso sono costretto a dare la caccia alla maledetta creatura». Olsen aveva raccontato allo Star di aver raccolto l’animale morto lo scorso 13 luglio, durante una passeggiata notturna in spiaggia, e di averlo deposto nel cortile dell’amico Noel Arikian, perché marcisse. «Avevamo intenzione di affidare lo scheletro ad un artista newyorchese - spiegano i due - per realizzarne un’opera d’arte”. Il furto li ha costretti a buttare all’aria i loro piani.

tristezza comunista

da Repubblica online


Nonostante l'ottimismo di ieri del ministro Frattini, nulla è stato
possibile fare per l'atleta cubana naturalizzata in Italia dal 2001

Cuba nega il visto alla Aguero
la pallavolista torna a Pechino

Cuba nega il visto alla Aguero la pallavolista torna a Pechino
PECHINO - Niente da fare, se sei fuggito da Cuba non ci puoi più rientrare, neppure per vedere tua madre che sta morendo. Così vuole il regime comunista di Fidel Castro e del fratello Raul. Triste e desolante il finale del viaggio verso casa di Tai Aguero. La pallavolista azzurra aveva lasciato all'improvviso tre gionri fa il villaggio olimpico di Pechino per tentare di rientrare a Cuba e rivedere la mamma in fin di vita. Un viaggio e un tentativo disperato terminato quasi subito. La pallavolista cubana ma naturalizzata italiana infatti ha prima raggiunto la Germania dove si è fermata in attesa di avere informazioni certe sul visto necessario per rientrare a Cuba.

La risposta è arrivata oggi: niente da fare. Anzi, se la pallavolista rimette piede nell'isola caraibica, rischia l'arresto. L'atleta ora rientrerà immediatamente a Pechino per raggiungere le compagne della nazionale italiana. Tai salterà solo la prima partita, contro la Russia.

Dulce Fedora Leiva, la mamma di Tai, ha 66 anni, un cancro ai polmoni e le restano un paio di settimane di vita. La donna, già vedova, vive con una figlia a Mayajigua, piccolo paese a 360 chilometri dall'Avana. E' molto debole e i medici hanno deciso di dimetterla dall'ospedale per farl morire in pace, a casa. Accanto a lei si trovano un'altra figlia e il marito di Taismari, un fisioterapista italiano di squadre di volley, giunto qualche giorno fa a Cuba. E' stato lui ad avvisare Tai e lui a suggerire il viaggio disperato. Taismari non ha più il passaporto cubano da quando è rimasta a vivere in Italia, nel 2001 in Italia. Due anni fa le autorità cubane non le hanno permesso di andare al funerale del padre.

ovetto kinder sotto tiro

dal corriere online

Germania, guerra all'ovetto con sorpresa

I politici tedeschi lo vogliono vietare: «Pericoloso per i bambini». Istituita una Kinderkommission

BERLINO - Sono amate da grandi e piccoli ma i politici tedeschi le vogliono vietare. Troppo pericolose per i bambini, sentenziano. Si tratta di un classico dei dolci: le uova di cioccolato con la sorpresina all'interno. Come riporta quest'oggi la stampa tedesca una commissione federale esige infatti una rigorosa distinzione tra alimentari e giocattoli - per motivi di sicurezza.

L'uovo di cioccolato con la sorpresa è in commercio dal 1974 - e in Germania sembra abbia oramai i giorni contati. Già, perché la commissione federale del Bundestag per i diritti dei bambini, la «Kinderkommission», sta studiando un divieto di questi particolari dolciumi col regalo all'interno. Ogni combinazione tra genere alimentare e giocattoli deve essere vietata, riporta il quotidiano di Berlino «Die Welt», facendo riferimento ad una raccomandazione interna sui «rischi per la sicurezza e la salute dei bambini nella quotidianità».

giovedì 7 agosto 2008

effetto Brunetta

l dato fornito dal ministero della Funzione pubblica
"Equivale a 25 mila persone in più al lavoro"

E gli statali non si ammalano più
Crollo del 37,1% delle assenze

E gli statali non si ammalano più Crollo del 37,1% delle assenze

ROMA - Un crollo verticale del 37,1 per cento. Di malati e di relative assenze nell'unico settore del pubblico impiego. Diventiamo un paese più sano. E anche più efficiente. E' il risultato del monitoraggio ordinato dal ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta, "il miglior antidoto contro i fannulloni" come lo ha ribattezzato ieri il sottosegretario Gianni Letta, per misurare l'effetto reale del primo mese di vita del decreto anti-assenze. "Risultati sorprendenti" roteava ieri gli occhi il ministro pregustando il dato diventato ufficiale oggi che fotografa le presenze negli uffici nel luglio 2008 rispetto al luglio 2007. Dati che secondo il dicastero si traducono in 25 mila persone in più al lavoro e, quindi, "più servizi e maggiore qualità delle prestazioni".

digital divide

Mit, arriva il computer da 12 dollari
Nuovo pc low cost per i bimbi indiani

Un team di ricercatori di Boston aggiornerà i vecchi sistemi degli Apple II per aiutare i Paesi poveri

Un Apple II (Ap)
Un Apple II (Ap)
BOSTON - Meno di dodici dollari. Questa volta è davvero conveniente. Un team composto da sei ricercatori del Mit di Boston sta sviluppando un computer che potrebbe rivoluzionare il digital divide del terzo mondo. Sulla scia del 100 dollar laptop, il computer a manovella da meno di cento dollari, i giovani ricercatori contano di ritoccare i vecchi sistemi di un Apple II degli anni ’80 per creare un rudimentale accesso a Internet e altre funzioni base.

MADE IN INDIA – L’idea è venuta a un ventisettenne, Derek Lomas, dopo uno stage estivo a Bangalore, la capitale dell’Information Techonology indiana. Pare che gli indiani già utilizzino una specie di computer low cost basato su una elementare tastiera e una console stile vecchio Nintendo, dal costo comprensibilmente basso.

APPLE II – Ma Lomas ha deciso di svilupparlo con gli Apple II, i computer della sua infanzia: «La mia generazione usava gli Apple II – afferma il giovane ricercatore - con cui abbiamo imparato a scrivere e a giocare. Ricomprando i vecchi Apple da alcuni programmatori, potremo svilupparne le tecnologie e consegnare alle scuole dei paesi in via di sviluppo una serie di computer simili a quelli con cui siamo cresciuti noi». I computer stile Eighties saranno implementati però con nuovi programmi, una connessione a Internet e una memoria più estesa, in modo da permettere agli utenti di poter scrivere e memorizzare i propri programmi. I sei ricercatori si sono messi già in contatto con un team di fanatici dell’Apple II che daranno una mano con la programmazione. >DIGITAL DIVIDE - Inoltre, un’associazione no profit indiana si è già messa in contatto per utilizzare il computer come metodo di sviluppo per le associazioni di micro-credito. «Siamo convinti di poter sviluppare un ottimo strumento di educazione, in grado di offrire ai bambini dei Paesi in via di sviluppo la possibilità di maneggiare tastiera e mouse già in tenera età», ha commentato Lomas. Per abbattere ogni barriera. Di costo e di tecnologie.

Marta Mies
06 agosto 2008

lunedì 4 agosto 2008

il mulino eolico di Starck

dal CORRIERE online

il dispositivo sarà prodotto da un'azienda italiana. tra i progetti anche la barca ad idrogeno

Il sogno di Starck: un mulino su ogni tetto

Un microgeneratore eolico permetterà di risparmiare l'80 per cento dell'energia utilizzata nelle abitazioni

Philippe Starck posa di fianco ad una sedia di sua creazione (Reuters)
Philippe Starck posa di fianco ad una sedia di sua creazione (Reuters)
MILANO - Quando scienza, ecologia e design vanno a braccetto, si può stare certi che di mezzo c'è lo zampino di Philippe Starck, il creativo francese che dopo avere legato il suo nome alla produzione di mobili e complementi d'arredo al tempo stesso sexy e (relativamente) alla portata di tutti, facendosi così paladino del «democratic design», intravede ora per se stesso e per il mondo del design nel suo complesso, un futuro tutto all'insegna del verde. E' insomma l'era dell'«ecologic design» e l'ariete con cui si prepara a sfondare il mercato degli ecodispositivi domestici è un microgeneratore di energia che promette di abbattere dell'80% il ricorso alle forme di energia tradizionali. Un piccolo mulino a vento che, nella filosofia starckiana, non è solo funzionale ma anche e soprattutto bello.

Il mulino a vento disegnato da Philippe Starck
Il mulino a vento disegnato da Philippe Starck
PRODOTTO ITALIANO - Presentato ad aprile nel corso del Salone del mobile di Milano, il l'«Eolienne» di Starck ha conquistato un'intera paginata sull'International Herald Tribune. Prodotto da un'azienda italiana, la toscana Pramac, specializzata nella produzione di generatori elettrici e componenti per impianti fotovoltaici (e che nei mesi scorsi ha creato una newco con Banca Intesa, la Solar Express, specializzata nella produzione di energia solare), l'innovativo mulino a vento dovrebbe essere venduto ad un prezzo tra i 500 e gli 800 euro e poi piazzato sul tetto della propria abitazione. Collegato all'impianto di casa, sarebbe in grado di fornire la gran parte del fabbisogno energetico domestico. Il rendimento, va da sè, è legato a molti fattori, primo fra tutti l'esposizione a venti e correnti.

DESIGN TRA LE TEGOLE - Ma sul fatto che un prodotto del genere possa sfondare, lo stesso Starck sembra avere pochi dubbi, spiegando che una buona parte del successo dell'«Eolienne» potrebbe arrivare proprio dal suo design. E in effetti si è decisamente lontani sia dai classici mulini a vento a pale tipici del panorama olandese, sia dai moderni impianti piazzati in serie sulle creste delle colline per la produzione di energia eolica su vasta scala. Il windmill di Starck, con la sua forma quadrata, gli angoli arrotondati e, soprattutto, il look sinuoso e accattivante reso dalla plastica trasparente con cui è realizzato, si presta ad essere una presenza discreta sui tetti delle città, molto meno invasiva di certe ventole metalliche di areazione per canne fumarie o della selva di antenne, tradizionali o paraboliche, che orna le sommità di molti edifici dove gli impianti centralizzati non si sa neppure cosa siano. «In linea con il concetto di immaterialità - ha spiegato il designer -, ho disegnato un windmill molto speciale: bellissimo, la prima turbina eolica quasi invisibile

l'italia dei valori (immobiliari)

Di Pietro gioca a Monopoli: ha case in tutt’Italia


da "Il Giornale"

Roma - Ma quante case ha l’onorevole Antonio Di Pietro? E con quali soldi le ha comprate? Prima di scoprirlo ci corre l’obbligo di ricordare come del suo conflitto di interessi in campo immobiliare si è già occupato, in parte, il gip di Roma che lo ha prosciolto nell’inchiesta sulla gestione allegra dei rimborsi elettorali. Restando in tema la procura capitolina ha però stigmatizzato l’operato di Tonino allorché vennero affrontate le accuse di un suo ex socio a proposito della società immobiliare Antocri (acronimo di Anna, Toto, Cristiano, i figli di Di Pietro) e delle presunte commistioni con i patrimoni dell’Italia dei Valori. Secondo l’ipotesi iniziale, Di Pietro avrebbe utilizzato i soldi del partito per acquistare appartamenti arrivandone ad affittare alcuni all’Idv, di cui era presidente. Un modo di fare penalmente irrilevante, secondo l’accusa.

Casa con lo sconto
Quel conflitto d’interessi torna ora d’attualità per gli approfondimenti operati dal mensile «la Voce delle voci» in contemporanea al reportage del Giornale. Si scopre così che il 16 marzo 2006, in quel di Bergamo, il padre-padrone dell’Idv si aggiudica alle buste, in condizioni burrascose e rocambolesche, un signor appartamento (vedi articolo sotto) a un prezzo scontatissimo dovuto alle cartolarizzazioni del patrimonio immobiliare dell’Inail. Roba da Svendopoli per vip. Lui non appare mai, fa tutto l’amministratore della sua società immobiliare Antocri (che però non agisce in questa veste), nonché compagno di Silvana Mura, deputata Idv, tesoriera del partito e socia dell’Associazione IdV. Visti i precedenti, le confusioni di ruoli, le ambiguità fra «movimento» e «associazione», le locazioni degli immobili di proprietà di Di Pietro al partito dello stesso Di Pietro (gli appartamenti di cui parleremo dopo in via Casati a Milano e in via Principe Eugenio a Roma) non è stata una sorpresa scoprire che anche su quest’ultimo immobile qualcosa non quadra: l’ha comprato Di Pietro, attraverso il convivente della Mura, la quale ha intestate le utenze di casa che corrispondono perfettamente a quelle un tempo in uso all’ex sede della tesoreria nazionale di via Taramelli 28.

Posto che l’ex pm di Mani Pulite nega di aver mai usato un euro del partito per reinvestirlo nell’acquisto di un appartamento a suo nome, posto che la società An.to.cri è nata con un capitale sociale assai modesto (appena 50mila euro), posto ancora che nel 2005 Di Pietro ha dichiarato un imponibile di 175mila euro e nel 2006 di 189mila, l'interrogativo sulla provenienza dei capitali per l’acquisto degli appartamenti, è dovuto per una personalità pubblica del suo calibro. Specie se ci si sofferma a sbirciare nel patrimonio immobiliare di quest’uomo che anche quando indossava la toga, non sembrava contenersi nello shopping edilizio: una villa con giardino a Curno, e di lì a poco, nel 1994, una nuova villetta, attaccata alla precedente, di otto vani. L’anno appresso Di Pietro compra un'abitazione da 300 metri quadri a Busto Arsizio, che gira prontamente al partito dopo aver acceso un mutuo agevolato per l’80 per cento del totale. Tempo qualche annetto e, una volta eletto al Parlamento europeo, fa il bis con un bilocale nel centro di Bruxelles: quanto l’abbia pagato non è noto. Arriviamo così al 2002 allorché l’ex ministro delle Infrastrutture si accasa in un elegante quarto piano in via Merulana, a Roma: altri otto vani, per un totale di 180 metri quadrati, pagato intorno ai 650mila euro grazie anche a un mutuo di 400mila euro acceso con la Bnl. L’anno dopo, nella natia Montenero di Bisaccia, Di Pietro cede al figlio Cristiano un attico di 173 metri quadrati: «Sei vani e mezzo poi ampliati a otto e a 186 metri quadrati (più 16 di garage) - analizza la Voce - grazie al condono edilizio del 2003. La spesa sostenuta è all'incirca di 300mila euro».

Gli alloggi per i figli
Non passano due mesi e alla fine di marzo, l'ex pm compra a Bergamo un bel quarto piano, per i figli Anna e Toto: 190 metri quadri in un signorile palazzetto liberty in via dei Partigiani. Lo stesso giorno, con lo stesso notaio, la moglie di Tonino fa suo un appartamento di 48 metri quadrati, sempre al quarto piano, oltre a due cantine e a un garage: si parla di una cifra oscillante intorno agli 800mila euro, ma non c’è conferma nemmeno su chi abbia provveduto all’esborso e in quale misura. Il 2004 è alle porte, e il nuovo appartamento di 190 metri quadri acquistato per 620mila euro in via Felice Casati a Milano - come da rogito stipulato in aprile - Di Pietro lo intesta alla Srl Antocri. Poi per un milione e 50mila euro la medesima società immobiliare fa suoi dieci vani (190 metri quadri) in via Principe Eugenio a Roma, dove - stando al bilancio 2005 dell’Idv - trasloca la sede nazionale di rappresentanza politica del partito, fino al giorno prima ubicata in via dei Prefetti 17». Per i due locali Tonino si rivolge alla Bnl e si carica due mutui sulle spalle: 276mila euro da saldare entro il 2015 per la casa milanese, 385mila per quella romana (scadenza 2019). Le pesanti rate Di Pietro inizialmente le ricaverà (salvo poi ripensarci quando scoppia lo scandalo) dal pagamento dei canoni d’affitto versati all'Antocri da un inquilino eccellente: la sua Italia dei Valori.

Mattone a Bergamo
Non è finita. Alla vigilia di Natale del 2005, Susanna Mazzoleni, moglie di Di Pietro e madre dei tre figli, compra un piccolo appartamento in via del Pradello a Bergamo. Poche ore dopo acquista anche un ufficio di quattro vani nella stessa palazzina. Spesa approssimativa? Tra i 400 e 500mila euro. L'anno successivo, come detto, Tonino compra all'asta con offerte segrete la casa di via Locatelli, sempre nella città orobica. Mentre l'anno dopo ancora, per una spesa-lavori consistente (decine, se non centinaia, di migliaia di euro) inizia a ristrutturare la masseria di famiglia in quella Montenero di Bisaccia dove l’ex ministro delle Infrastrutture, a dar retta al «catasto dei terreni» possiede 33 «frazionamenti» pari a 16 ettari di proprietà, in parte ereditati, in altra parte acquistati da parenti e familiari. Secondo la Voce (ma ancora non c’è traccia nelle visure camerali) Di Pietro avrebbe acquistato anche un altro appartamento per la figlia, 60 metri in piazza Dergano a Milano.

La società bulgara
Di Pietro in aula ha spiegato d’essersi dato al mattone dopo aver venduto l'ufficio di Busto Arsizio (a 400mila euro, 100mila li ha dovuti restituire alla banca per il mutuo) e con il ricavato ha acquistato gli appartamenti affittati all’IdV: quello di via Felice Casati a Milano - acquistato dalla Iniziative Immobiliari di Gavirano, Gruppo Pirelli Re - e l’altro, in via Principe Eugenio a Roma (alienato nel 2007). Ha detto che se tornasse indietro non rifarebbe quello che ha fatto, anche se la sua passione per gli affari immobiliari ha travalicato i confini nazionali: Tonino possiede infatti il 50% della Suko, una srl bulgara con sede a Varna. A fronte di quattro milioni di euro spesi per comperare immobili fra il 2002 e il 2008, l’ex pm ha incassato dalle vendite all'incirca un milione di euro, scremati dalle rimanenze calcolate per i mutui. Niente di penalmente rilevante, come dicono gli ex colleghi di Tonino. Ma i conti non tornano.

a quando in Italia?

Paladino della giustizia riprende le infrazioni degli agenti in
servizio nella Grande Mela. E partono inchiesta e sospensioni

Jimmy Justice, il video-vigilante
contro gli abusi della polizia a NY


Jimmy Justice, il video-vigilante contro gli abusi della polizia a NY
NEW YORK - Si aggira per le strade di New York armato di videocamera. La sua missione? Immortalare le infrazioni commesse dalla polizia o da altre forze dell'ordine durante lo svolgimento del loro lavoro, per poi metterle su internet e svergognare i colpevoli.

Si fa chiamare "Jimmy Justice" il giustiziere metropolitano, il vigilante-paparazzo che sta creando non poco imbarazzo agli agenti newyorchesi. Ha una ferma convinzione: le immagini non mentono, e la videocamera è la sua arma, ha dichiarato al Washington Post.

Il video-vigilante ha una passione particolare per i parcheggi illegali: molte delle sue denunce hanno come bersaglio le auto della polizia posteggiate nei posti riservati agli autobus o davanti agli idranti. Cose per cui i cittadini comuni si beccherebbero immediatamente una bella multa. I video, in cui è bene in evidenza la targa del trasgressore, sono poi accompagnati da regolari email di segnalazione inviate agli agenti addetti al traffico.

Nell'era di YouTube, è ovvio, le clip migliori di Jimmy Justice finiscono proprio lì. E ispirano nuovi emuli, che alla polizia stanno creando grattacapi ben più seri. Oltre ai parcheggi selvaggi, spuntano ora episodi documentati di violenza o eccessi di zelo discutibili. Nei giorni scorsi, racconta il Washington Post, due video amatoriali sono apparsi su YouTube. Nel primo, scaricato oltre un milione di volte, si vede un poliziotto che aggredisce un ciclista durante una manifestazione a Times Square e lo spintona a terra: dopo l'episodio, il 25 giugno, l'agente aveva sostenuto che la sua vittima stava per investirlo, ma le immagini lo hanno nettamente contraddetto. Nell'altro video, apparso qualche giorno più tardi, un altro poliziotto sbatte a terra un uomo ammanettato e lo picchia ripetutamente con un manganello.

Brutta figura per la polizia: gli agenti coinvolti sono stati costretti a restituire distintivo e arma, sospesi fino alla conclusione di un'inchiesta immediatamente partita. Le clip di Jimmy Justice sono state bollate dall'infastidito presidente del sindacato della polizia della strada, James Huntley, come l'azione adolescenziale di qualcuno che va in giro ad intimidire chi fa il proprio lavoro. Ma il capo della polizia, Raymond Kelly, ha invece riconosciuto l'importanza delle denunce videoamatoriali dei privati cittadini, assicurando che presto potranno riferire episodi simili usando direttamente il numero verde per le emergenze 911. Non solo: ha anche cercato di sfruttare la figuraccia e rigirarla in positivo, appellandosi ai cittadini perché, con videocamere e telefonini alla mano, mettano lo stesso zelo nel segnalare episodi di criminalità, mandando le immagini ai computer della polizia che potrebbero rivelarsi fondamentali per risolvere i casi.

(3 agosto 2008)

la povera estate italiana

Divieti, l'estate neo-proibizionista

I diktat transpadani dimostrano impotenza: proibiamo tutto perché non riusciamo a impedire qualcosa

ROMA - Non filmare i figli in piscina! A Trento ti prendono per un pedofilo. Non darti appuntamento con gli amici in un giardino pubblico la sera! A Novara ti considerano un malintenzionato. Non berti una birra all'aperto! A Brescia passi per un ubriacone. Non fumare nei parchi-giochi! A Verona dicono che non sta bene. Non fare il bagno a Sorrento e non raccogliere cozze a Napoli! In Campania il mare di oggi è infido come le strade di ieri. Non avvicinarti alla caletta più bella dell'Asinara! Solo le vacche possono passeggiarci e lasciare enormi souvenir. Non denudarti nelle spiagge dei nudisti! A Ravenna, sul Garda e sull'Adda, come a Palazzo Chigi, ritengono che un capezzolo possa provocare turbamenti (evidentemente, non guardano la Tv). E' l'estate del divieto a go-go. Tutto ciò che si vorrebbe fare costa caro, e il resto è vietato. Non tutti i divieti, ovviamente, sono uguali. Ce ne sono d'inquietanti (Trento), d'impotenti (Novara) e di anacronistici (Ravenna). Alcuni sono segni di disperazione (Brescia); altri contengono una dose di buon senso (Verona). Non c'è dubbio comunque che l'autorità italiana — irrisa dall'inosservanza delle regole — abbia trovato, nella proibizione, una consolazione. Anzi, una ragion d'essere. Veto ergo sum. Cominciamo da Trento. In quella bella e civilissima città se inquadri con la videocamera o il telefonino una vasca piena di bambini diventi sospetto. La piscina — spiega Roberto De Carolis, direttore della società che gestisce 92 impianti sportivi — è infatti un «territorio fertile per un certo tipo di reato». Che dire? La preoccupazione è genuina, ma il rimedio è inquietante. Siamo ridotti come gli Usa, dove i bambini nudi — su una spiaggia o in una foto di famiglia — sono tabù da almeno vent'anni. Perdita dell'innocenza o paranoia collettiva? Siamo per la risposta numero due. A Novara il sindaco Massimo Giordano impedisce di fermarsi in parchi e giardini dopo le 11 di sera, in più di due persone; a Brescia il collega Adriano Paroli vieta il consumo di alcolici sul suolo pubblico (finirà, di nuovo, come in America, la gente berrà direttamente dal sacchetto). I divieti transpadani equivalgono a una confessione d'impotenza: siccome non riusciamo a impedire qualcosa a qualcuno, proibiamo molto a tutti. Sia chiaro: i bivacchi molesti sono un marchio di questa povera estate italiana, e qualcosa va fatto. Ma per punire spacciatori, ubriaconi e piantagrane c'è — ci sarebbe — il codice penale. In Italia, evidentemente, è troppo difficile far rispettare le norme esistenti. Meglio inventarne di nuove, pur sapendo che finiranno come quelle vecchie. Altri divieti sono più tradizionali: sulla salute delle cozze, a Napoli, c'è più letteratura che su Eduardo De Filippo. Il divieto di fumo nei parchi-giochi a Verona, invece, appare ragionevole: non tanto perché i bimbi, all'aperto, siano vittime del fumo passivo; ma perché non è simpatico saltare e correre tra i mozziconi. Per lo stesso motivo, nella tollerante Sydney, hanno vietato il fumo a Bondi Beach. La spiaggia stava diventando un immenso posacenere. Il divieto logico è tuttavia in minoranza, nell'Italia neo-proibizionista (a parole). Il divieto più buffo è quello di mettersi nudi in luoghi appartati, al mare, al lago o lungo i fiumi. Oggi, siamo certi, neppure Oscar Luigi Scalfaro avrebbe nulla da dire se una dozzina di adulti consenzienti si ritrovassero per dondolare un po' di carne in pubblico. Ma sull'Adda, sul Garda e sull'Adriatico ritengono la cosa assai sconveniente: il senso del pudore cambia, certa gente mai. Un consiglio alle autorità in questione: se vi avanzano agenti in borghese, non sguinzagliateli dietro ai glutei di un vice-preside naturista. Mandateli a Novara o a Brescia dove, oggettivamente, da fare ce n'è.

Beppe Severgnini
www.corriere.it/italians
www.beppesevergnini.com

domenica 3 agosto 2008

SEMBRA DI SOGNARE

Assenteismo: pedinamenti e denunce record

Trenta lavoratori denunciati per truffa e peculato al Museo Baglio Anselmi di Marsala

ROMA - Ieri trenta dirigenti, istruttori tecnici e lavoratori socialmente utili sono finiti nel mirino delle Fiamme Gialle, che li ha denunciati per truffa e peculato. Se ne andavano dopo aver timbrato o non si presentavano affatto al lavoro nel Museo archeologico regionale «Baglio Anselmi» di Marsala. E proprio ieri il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha annunciato che la prossima settimana renderà noti dati che definisce «sorprendenti» sulla riduzione dell'assenteismo negli uffici pubblici, nel mese di luglio. In pratica una contrazione di ben oltre il 40 per cento.

Un crollo verticale, dopo il meno 10 per cento di maggio e il meno 20 per cento di giugno. Nemmeno un mese fa Brunetta aveva detto: «Staneremo gli assenteisti con la Guardia di Finanza. Quello che finora hanno denunciato i giornali e Striscia la notizia lo faremo noi». E così è stato a Marsala: appostamenti, pedinamenti, registrazioni con telecamere hanno documentato che i denunciati erano riusciti a eludere i sistemi di controllo duplicando i badge originali. In più, in soli quattro mesi, un gran traffico di telefonate «a sbafo» dal telefono di servizio (9mila dirette a 600 utenze dei dipendenti o dei loro familiari).

L'«effetto Brunetta» si dispiega dalle Alpi alle Piramidi (o quasi, sul canale di Sicilia). Fioccano le denunce, da parte di colleghi, da parte delle forze dell'ordine: la magistratura apre inchieste a raffica. E c'è persino un sito web (cittadinisoddisfatti.it) con una sezione dedicata alle segnalazioni del fenomeno. Qualche esempio. Dieci giorni fa, il 23 luglio, 27 dipendenti della provincia di Agrigento vengono denunciati dai Carabinieri. Il trucco usato era sempre quello dei cartellini elettronici duplicati, come a Marsala. Il 12 luglio, 70 denunce e addirittura 12 arresti scattano all'ospedale Santa Maria della Misericordia a Perugia, dopo la segnalazione di un militare dell'Arma. Alla Asl 1 di Napoli la caposala dell'ospedale Gesù e Maria denuncia alla magistratura l'assenteismo di un intero reparto, dal momento che il posto del primario era vacante. Il 10 luglio, alla Reggia di Caserta, l'Arma controlla a sorpresa le presenze dei 200 dipendenti. Quattro sono fuori senza permesso e vengono denunciati alla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Il 18 luglio è la volta di 4 dipendenti dell'Inpdap e il 24 luglio la denuncia scatta per 6 dipendenti della Provincia. Ad Aosta, i pm indagano tre donne e un uomo scoperti in flagranza di reato dagli agenti della Questura, coinvolta anche la Digos. A Trani a 20 assenteisti del Comune e 18 fiancheggiatori vengono notificati gli avvisi di chiusura indagini da parte della Procura. Il 31 maggio i Carabinieri di Gioia Tauro hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare, del gip Palmi. Un arresto c'è stato anche l'altro ieri a Messina: un'infermiera del Policlinico si confezionava falsi certificati di malattia. Assenteismo in calo grazie all'effetto Brunetta? «Questo lo dice lui, che adesso si diverte a fare il novello Torquemada, ma quando era europarlamentare è stato tra i più assenteisti» dice Gianni Baratta, segretario confederale Cisl. «Il merito non è mio» ribatte il ministro. «Il Paese si è svegliato, è finita la connivenza, è finita la tolleranza da parte di tutti: colleghi, dirigenti, organi di controllo, forze dell'ordine e magistratura. Sono veramente orgoglioso che il Paese abbia saputo reagire in così breve tempo, io ho solo capito che il tempo era maturo». Risultati così importanti permetteranno, secondo il ministro, di passare alla fase 2: «Non solo punire chi viola le regole, ma premiare chi lavora bene, premiare la qualità».

M.Antonietta Calabrò